Essere misericordiosi: un gesto di amore

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La parola misericordia, deriva dal latino “misericors” (genitivo misericordis) e da “misereor”( ho pietà) e “cor-cordis” (cuore). Papa Francesco così si espresse: “…misericordia significa aprire il cuore al misero. E subito andiamo al Signore: misericordia è l’atteggiamento divino che abbraccia, è il donarsi di Dio che accoglie, che si piega a perdonare…”.

Nel XXI capitolo del romanzo “I Promessi Sposi” che Alessandro Manzoni (1785-1873) scrisse tra il 1825 e il 1827, l’autore, mette queste parole sulle labbra di Lucia, che  si rivolge all’Innominato dicendo: “… Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia…”. E nell’incontro tra l’Innominato e il Cardinal Federigo Borromeo, lo stesso prelato, rendendosi conto della sua volontà di cambiamento gli dirà: “Dio ha operato in voi il prodigio della misericordia”. E’ lo stesso Alessandro Manzoni, che, nelle opere scritte, dopo la sua conversione, presenta l’azione della Misericordia divina e ne fa il centro ispiratore, in particolare nel suo capolavoro “I Promessi Sposi“.

Tocca a noi esseri umani, farci portatori di misericordia verso gli altri: se l’uomo giudica e condanna, Dio si fa giustizia usando la misericordia. La misericordia diviene così la risposta di Dio a tutto quello che c’è di sbagliato nel mondo, è la naturale conferma, che accettando la fede, la storia dell’umanità può cambiare e riservare tante sorprese. Una misericordia che vuol significare amore, perdono: in poche parole io sono con te, anche quando sbagli, intesa come perdono è uno stare accanto e vicino ad ognuno, a quello che definiamo l’altro e non dobbiamo pensare alla sua condizione sociale, al suo stato o al colore della pelle.

La misericordia è qualcosa che nasce dal cuore, che ogni uomo ha nel profondo, ma che a volte, sembra quasi abbia un po’ di vergogna o timore a mostrarla. Non è un atto di debolezza o fragilità, al contrario usare misericordia è quella forza, quello stato d’animo che rende migliore il suo vivere, la sua quotidianità.

Essere misericordiosi, certamente in una società virtuale e digitale come la nostra, aperta ad ogni nuova forma di tecnologia e incuriosita dall’intelligenza artificiale, non è facile, tutt’altro, richiede impegno, sacrificio e soprattutto comprensione del cuore. Essa stessa crea ponti, fa restare in una relazione generativa davanti ad una rottura, ha la forza e la costanza di provare che c’è sempre un terreno nuovo per ricominciare: basta volerlo.

Quando si parla di misericordia, è essenzialmente, parlare di uno stile di vita, di un atteggiamento spontaneo del cuore: essere misericordiosi significa essere attratti dagli altri, non appartenere a se stessi, ma a chi è nel bisogno. Sappiamo, altresì, quanto sia veramente dispendioso, nella vita di tutti i giorni in ogni settore della vita: in famiglia, al lavoro, nella scuola, nei gruppi, nelle associazioni, ecc,  mostrare misericordia verso il prossimo…

A volte parlare di misericordia è molto facile e semplice, basta leggere e ricordare le parabole e gli insegnamenti di Gesù, riportate dall’evangelista Luca, ma è molto difficile far calare nella realtà, i racconti fatti sì, di belle e commoventi parole, ma poi non è facile applicare la misericordia in determinate situazioni che la vita ci mette di fronte.

Tocca essere sinceri ed ammettere, che talvolta, la nostra esistenza è intrisa di superficialità, di orgoglio e purtroppo di egoismo ed indifferenza. “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso…” che troviamo nel Vangelo di Luca (6.36) è un invito per un nuovo stile di vita e di comportamento per essere veramente autentici cristiani.

Il mistico spagnolo San Giovanni della Croce (1542-1591), proclamato nel 1926 Dottore della Chiesa da Pio XI (1922-1939), ci ha lasciato nei suoi scritti un pensiero che ci deve far riflettere : “ …Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”, e l’essere misericordiosi non è forse un atteggiamento d’amore? La misericordia da parte del Signore bisogna ricordarlo continua sempre, basta leggere il salmo 135: “…Lodate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia…”.