La democrazia racchiude in sé tutto ciò che riguarda la vita comunitaria, tant’è che la crisi della stessa in atto negli ultimi anni, non riguarda solo le istituzioni, ma la società a 360 gradi. In questa fase, di fronte alle complessità della modernità, la politica si limita a reagire, ad eseguire, a fare quel che deve essere fatto, senza rischiare di fare altrimenti. Quindi, è necessario che, la volontà di fare bene decisa con libertà del singolo si incontri con quella degli altri, costruendo una deliberazione morale, sociale, e politica, non più solo individuale, ma intersoggettiva, condivisa, una volontà del bene comune, che indichi la sostanza ai soggetti politici e alle istituzioni.
La crisi di valori che, ad oggi, si sta affacciando in misura sempre maggiore, richiama i giovani cattolici a dare il loro contributo per riaffermare l’impegno e la forza della partecipazione democratica ad ogni livello delle nostre comunità. La Settimana Sociale dei cattolici italiani in corso a Trieste, ci richiama a fare del nuovo, a mettere in discussione il vecchio, per generare e non solo per essere generati. In altre parole, attraverso la generatività sociale, si deve costituire un’alternativa per guardare oltre l’attuale crisi valoriale, la quale, oltre ad essere economica e sociale, è anche di tipo antropologico.
Il fulcro di tutto ciò deve essere racchiuso nel senso dei diritti di libertà, nella responsabilità e nella partecipazione della società. È una via generativa che mette al centro la fraternità, di fronte all’alternativa tra la sterilità dell’individualismo egoistico e l’omologazione del collettivismo egualitario. Ogni uomo e donna non sono gli autori, ma solo i mediatori, perché tutti siamo per primi bisognosi. Tutti noi, pertanto, abbiamo il dovere di scendere in campo, per recuperare i valori fondanti della democrazia e porre le basi di un futuro migliore di cui, Trieste, deve rappresentare la tappa iniziale, da cui far germogliare un nuovo seme di partecipazione cristiana e fraterna.