Nuovi appelli per la pace da parte di Papa Francesco. Concentrati non solo sui conflitti più attenzionati dai media ma anche su quelle situazioni che, distanti dai riflettori mondiali, continuano a tenere sotto scacco intere popolazioni. “Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo – ha detto il Santo Padre al termine dell’Angelus -. Rivolgo il mio appello alle Autorità nazionali e alla Comunità internazionale, affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili”. Francesco ricorda come, tra le vittime, vi siano molti cristiani, uccisi per la loro fede. Anzi, “in odium fidei“. E questo fa di loro dei “martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto, e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza”.
Un’attesa fiduciosa
Nei Vangeli, spesso Gesù usa l’immagine del seme a indicare un atteggiamento di fiduciosa attesa. “Nella semina – ha spiegato il Papa – per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente, e per quanto prepari bene la terra, le piante non spuntano subito: ci vuole tempo e ci vuole pazienza! Perciò è necessario che, dopo aver seminato, egli sappia attendere con fiducia, per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante”. Un’attesa che, per la verità, è già ripagata dal miracolo che accade già sotto il terreno: “C’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla”.
Come un seme
Così è anche per il Regno di Dio. Il Signore, infatti, “mette in noi i semi della sua Parola e della sua grazia, semi buoni e abbondanti, e poi, senza mai smettere di accompagnarci, aspetta con pazienza”. E, come il contadino con un seme, “continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo affinché i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone”. Un atteggiamento di attesa fiduciosa, appunto, “perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi”.