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“Muoviamocinsieme”, trasporto sociale oltre la disabilità

Mezzi pubblici gratis per le fasce più fragili della popolazione dei quartieri periferici di Napoli (Scampia, Pianura, San Giovanni-Barra). Identikit dei cittadini in difficoltà

Sostegno alla disabilità nella vita quotidiana. In Italia le persone disabili sono quasi 13 milioni. Ciò significa il 22% della popolazione, più di un italiano su 5. Di esse oltre 3 milioni sono in condizione di grave disabilità. Resta troppo bassa rispetto ad altri Paesi Ue la quota di spesa destinata a politiche per la disabilità. Le persone disabili che abitano nel nostro Paese sono in gran parte anziane e più di un terzo di queste vivono da sole. Sul territorio si moltiplicano le iniziative a supporto delle condizioni di fragilità. Le persone con difficoltà motorie o altri bisogni speciali che vivono a Napoli nei quartieri di Scampia (Municipalità 8), San Giovanni a Teduccio, Barra (Municipalità 6) e Pianura (Municipalità 9) possono viaggiare gratuitamente fino alla fine di novembre 2025. Il servizio é parte del progetto non profit denominato “Liberi di muoversi e di viaggiare… tutti!” viene realizzato grazie all’organizzazione della cooperativa “Cosy for you”, del suo partner l’o.dv. Peepul e al contributo del ministero per le Disabilità. Viene erogato dal comune di Napoli, attraverso l’assessorato al Welfare a valere sul Fondo per le “Periferie Inclusive“. Chi ha difficoltà motorie o altri bisogni speciali e per i quali sarebbe difficile o impossibile raggiungere certi luoghi o eventi a Napoli ora ha la possibilità di viaggiare con i veicoli adeguatamente attrezzati di Cosy for you e con un accompagnatore. Nell’ambito del progetto, ora è anche possibile, per chi ne ha bisogno, recarsi gratuitamente all’evento di Coca-Cola Pizza Village Napoli alla Mostra D’Oltremare dal 14 al 23 giugno. Sono aperte, dunque, le prenotazioni al servizio denominato “Muoviamocinsieme” .

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Supporto alla disabilità

Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42%. Si tratta di dati molto preoccupanti, poiché palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare. Il problema più grave è la perdita di autonomia, infatti l’11,2% degli anziani (un milione e 400 mila persone) ha gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona, soprattutto tra gli ultrasettantacinquenni (un milione e 200 mila). In questa fascia di età un anziano su cinque riporta tali difficoltà. Le attività nelle quali gli anziani sono meno autonomi sono fare il bagno o la doccia da soli (10,3%), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3%), vestirsi e spogliarsi (7,3%), usare i servizi igienici (6,5%) ed infine mangiare da soli (3,6%). Circa il 7% degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività e tale quota sale al 12% tra gli ultrasettantacinquenni.

Foto di Bundo Kim su Unsplash

Progetti a Napoli

In questo contesto nei comuni si cerca di supportare la disabilità per quanto possibile. Un milione e duecentomila euro per 15 progetti di altrettante associazioni del terzo settore che si impegnano per la disabilità, arrivano a Napoli da un fondo del ministero per la Disabilità. Su tutto il territorio cittadino sanno realizzate attività culturali, sportive, ludiche, formative ed inclusive per garantire a bambini, ragazzi ed anche adulti occasioni di socialità, impegno e svago che normalmente sono loro precluse per mancanza di risorse e personale necessario. “Sono molto felice che la candidatura di Napoli per questo progetto sia stata accettata- afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Luca Fella Trapanese-. È un evento importante per due motivi: innanzitutto si offrono percorsi inclusivi valorizzando anche piccole associazioni di volontariato. In secondo luogo si fornisce la possibilità di partecipare ad attività ed eventi anche a tanti cittadini, giovani e meno giovani, con disabilità, che erano in lista di attesa. I progetti saranno operativi in tutte le Municipalità con una durata dai 12 ai 24 mesi“. Prosegue l’assessore: “Questo è un altro piccolo passo verso un cambio di mentalità che porti a considerare la disabilità non come un problema, ma grande opportunità di diversità che significa ricchezza. È importante rendere le persone con disabilita protagoniste della loro vita e delle loro esigenze”.

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Foto di Olga Kononenko su Unsplash

Spese mediche

Le famiglie con disabili, riporta Quotidiano Sanità, si trovano a sostenere frequentemente costi per le cure, sono infatti il 79,2% quelle che affrontano spese mediche. Il 91% quelle che acquistano medicinali. E il 33,1% che spendono per le cure dentistiche. Tutte queste voci di spesa hanno un’incidenza più elevata per le famiglie con disabili rispetto al resto delle famiglie e molto spesso rappresentano per esse un onere pesante. Per una famiglia su due le spese per visite specialistiche e accertamenti diagnostici sono un onere pesante (contro il 29,2% del resto delle famiglie residenti in Italia), il 43% ritiene che siano un onere pesante anche le spese per medicinali (contro il 19,5% a livello medio nazionale), e il 56,7% trova onerose le spese per cure dentistiche (contro il 38,6% osservato a livello nazionale) Altre importanti difficoltà per gli anziani con disabilità si riscontrano nelle attività di tipo domestico, infatti il 30,3% degli anziani (circa quattro milioni) ha gravi difficoltà a svolgerle. Dopo i 75 anni quasi un anziano su due (47,1%). Sono soprattutto le attività domestiche pesanti quelle in cui gli anziani perdono l’autonomia (29,8% degli anziani), seguono le attività che implicano una certa autonomia fisica come fare la spesa (17,0%). In difficoltà anche nelle attività più leggere, come la gestione delle risorse economiche e delle attività amministrative che riguarda il 13,5%, preparare i pasti nell’11,5% dei casi. Il 7,3% degli anziani hanno gravi difficoltà nel prendere le medicine (8,5%) e usare il telefono (7,3%).

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© CBM Italia

Risorse

Analizzando le risorse che l’Italia impegna, nell’ambito del sistema di protezione sociale, per la funzione di spesa destinata alla disabilità, si può osservare che, nel 2018, sono stati spesi circa 28 miliardi di euro. L’Italia presenta un rapporto tra spesa per la protezione sociale e Pil superiore alla media registrata nell’Unione Europea (e simile a quello di Svezia, Germania e Paesi Bassi). Ma destina poche risorse alla disabilità. Il modello di welfare italiano, riferisce Quotidiano Sanità, si caratterizza per una tipologia di interventi basati sui trasferimenti economici, quasi tutte pensioni, piuttosto che servizi, in particolare su 28 miliardi di spesa quasi 27 sono trasferimenti monetari, pari al 96,4% della spesa totale. Nei principali Paesi europei la quota di trasferimenti si attesta intorno al 70%. Sono principalmente i trasferimenti pensionistici a sostenere queste persone, nel 2019 il reddito medio di un pensionato con disabilità è pari a 15 mila e 500 euro lordi, sale a 20 mila per le persone ultrasessantacinquenni. Gli importi medi più elevati si riscontrano nel Nord dove si attestano a circa 17 mila euro annui, sotto i 14 mila euro, invece, la pensione lorda per una persona con disabilità nel Mezzogiorno.

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Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Mappa del disagio

Solo l’11,9% delle persone con disabilità è occupato, la scarsa partecipazione al mondo del lavoro, quindi la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. A questo proposito i dati evidenziano che una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente pari a 19 mila 500 euro annui, circa mille euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità, pari a 20 mila 589 euro. Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Infatti, il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, o concedersi una settimana di vacanza.

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