Il periodo storico che stiamo vivendo, a causa dei numerosi conflitti in atto, è fortemente segnato da una recrudescenza della minaccia nucleare, soprattutto sul suolo europeo, di conseguenza, la prima società civile che deve mobilitarsi per fermare questa escalation è quella europea. Guardando questo esempio di pace, le altre aree del mondo ci seguiranno. Gli ultimi due anni, in particolare, hanno portato a minacce quotidiane e, pertanto, occorre che, i cittadini europei, chiedano un cambio assoluto di passo che sia in grado di far trionfare la pace. È bene ricordare che sul suolo europeo sussiste la concentrazione maggiore di armi nucleari: sommergibile, navi e bombardieri ne trasportano in grande quantità.
Molti degli attuali arsenali nucleari, attorno al 90%, sono posseduti da popoli di antica tradizione cristiana. È fondamentale superare questa forte contraddizione: non è possibile pregare per la pace e, nello stesso tempo, possedere armi distruttive. Così facendo non si può essere credibili, non solo per quanto riguarda il disarmo ma anche per la vita quotidiana. I cristiani, quindi, devono agire con sforzi seri per eliminare questa minaccia, incarnando autenticamente il Vangelo attraverso un percorso di pace e fraternità tra i popoli.
L’azione di Civiltà dell’Amore, su questo versante, è molto determinata. Insistiamo ogni giorno affinché, i popoli cristiani, si adoperino per iniziative di eliminazione e conversione delle armi e degli arsenali nucleari in strumenti di pace e di bene. Ciò è già stato fatto in passato, ma occorre farlo anche oggi con più impegno perché, quelli che erano stati concepiti come strumenti di morte, possano finalmente diventare strumenti di vita. Per il perseguimento di questo obiettivo di pace, abbiamo avviato un dialogo ad Assisi tra esperti del tema e rappresentanti di religioni diverse. Inoltre, pensando specificatamente all’Europa che verrà, abbiamo rivolto un appello alla società civile affinché, nelle istituzioni comunitarie, si istituisca un tavolo di confronto finalizzato alla pace nucleare tra est e ovest. Questo deve e dovrà essere il primo criterio per un futuro globale di fraternità.