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“Mengo Eye Unit”, innovazione sanitaria e inclusione in Uganda

A Kampala, capitale dell'Uganda, CBM Italia inaugurato nuovo reparto oculistico chiamato “Mengo Eye Unit”, per rendere più inclusivo l’accesso alle cure sanitarie. Interris.it ne ha parlato con il dott. Massimo Maggio, direttore generale di CBM Italia

I dati dell’ultimo Rapporto Mondiale della Vista stilato dall’Oms ci dicono che, nel mondo, sono oltre due miliardi le persone con problemi visivi. La metà di questi, cioè oltre un miliardo di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo, non ha la possibilità di accedere ai servizi oculistici. Eppure, il 90% di tutte le patologie visive sono prevenibili e curabili.

L’opera di CBM Italia

Alla luce di ciò, CBM, un’organizzazione internazionale riconosciuta dall’OMS per il suo impegno da molti decenni, si impegna in diversi Paesi per garantire cure oculistiche accessibili e di qualità alle persone in condizioni di povertà. In particolare, CBM Italia, a Kampala, capitale dell’Uganda, ha recentemente inaugurato nuovo reparto oculistico chiamato “Mengo Eye Unit”, con l’obiettivo di rivoluzionare l’accesso alle cure nel Paese e renderle più inclusive. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità alle fragilità, ha intervistato il dott. Massimo Maggio, direttore generale di CBM Italia.

Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, durante i lavori di costruzione del “Mengo Eye Unit” (CBM Italia)

L’intervista

Dott. Maggio, quali sono le caratteristiche del nuovo Mengo Eye Unit di Kampala?

“Il ‘Mengo Eye Unit’ di Kampala è un ospedale all’avanguardia. Noi, da sempre, vogliamo portare cure di qualità nelle aree del mondo in cui operiamo e in qualsiasi nostro progetto. In particolare, la nuova struttura è dislocata su quattro piani ed è dotata di ben quattro nuove sale operatorie. Due di queste sono già attive e le altre lo saranno a partire dai prossimi mesi. Tutto ciò è molto importante perché, al ‘Mengo Hospital’, afferiscono circa due milioni di persone all’anno, non solo dall’Uganda ma anche da diversi paesi limitrofi, come ad esempio la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan, il Ruanda e il Burundi. Diamo loro un servizio di qualità, il quale permette a molte persone che vivono in una situazione molto difficile dal punto di vista economico, di avere delle cure. La cataratta, ad esempio, è la condizione principale di cecità in Uganda e, attraverso questa struttura, aiutiamo coloro che non possono permettersi le cure del caso”.

In Uganda la cecità corneale è la seconda causa di perdita della vista dopo la cataratta. In che modo e con quale strumentazione, il Mengo Eye Unit opererà per ridurre l’incidenza di questa patologia sulla popolazione locale?

“Ci aspettiamo che, la nuova struttura, possa accogliere oltre centomila persone all’anno, un numero incredibile. Nel piano interrato della costruzione sorgerà la prima banca corneale dell’Uganda, la quale ha l’obiettivo di contribuire a risolvere il problema della cecità corneale nel paese. La cataratta invece, sembra un’operazione molto semplice ma, in realtà, è molto complessa. La tempistica dell’intervento è molto breve, però servono delle attrezzature particolari ed una grande expertise da parte dei medici e, quelli del ‘Mengo Hospital’, sono tutti fortemente specializzati. Ricordo, da sempre, il primario dott. Lisbon, che ho visto operare con una passione e una capacità d’intervento eccezionale, stando in sala operatoria molte ore”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare l’operato di CBM Italia su questo versante?

“Quando, all’inaugurazione del ‘Mengo Hospital’, ho parlato di fronte alle molte autorità presenti ed ai pazienti che hanno potuto essere operati li, il mio pensiero si è rivolto a tutte quelle persone che, nel mondo, non possono accedere a dei servizi oculistici di qualità. Quindi, il nostro impegno continua al fine di essere presenti nei luoghi in cui c’è più bisogno di noi, in Italia e nel mondo, al fianco delle persone con disabilità. Cerchiamo di portare loro interventi di salute, lavoro, diritti, istruzione e educazione nei luoghi ove c’è più bisogno. Molte persone ci sostengono e tante possono cominciare a farlo visitando il nostro sito nel quale sono riportate tutte le possibili modalità di supporto”.

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