Le radici storiche dell’Europa hanno origini molto lontane, in quanto tutta la storia europea spinge verso l’unità dei popoli del continente. Quelle più recenti, invece, hanno il loro fondamento nella tragedia della Seconda guerra mondiale e nel fortissimo bisogno di pace che, nel dopoguerra, ha spinto i popoli. In precedenza, gli europei si erano combattuti per millenni. Già durante la Resistenza, il tema dell’unità europea era molto sentito da coloro che combattevano contro il nazifascismo per un futuro migliore. Inoltre, i primi passi dell’Unione Europea, sono stati compiuti fondando la CECA, ovvero la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Quest’ultima era nata per produrre congiuntamente, da parte di Francia e Germania, il carbone e l’acciaio i quali, all’epoca, servivano per produrre le armi. Ciò aveva un significato molto forte perché, mettere insieme la produzione di armi significa rinunciare ad utilizzarle gli uni contro gli altri. L’Italia, in quel frangente ha avuto un ruolo molto importante perché, pur non essendo direttamente coinvolta, ha partecipato con grande convinzione alla fondazione della CECA, in quanto c’era la consapevolezza che ciò avrebbe costituito un passo importante verso la pace.
I tre padri fondatori delle istituzioni europee sono stati De Gasperi, Schumann e Adenauer e, ad oggi, del loro insegnamento resta moltissimo. Tutti e tre erano cristiani e uomini di frontiera, di conseguenza comprendevano che il futuro dell’Europa risiedeva nel superamento delle frontiere. Questo, ancora oggi, costituisce un punto fondamentale: in un certo senso, il nostro avvenire risiede nel superamento di ciò che resta delle antiche frontiere e cioè in una maggiore unità dei popoli europei. Alcide De Gasperi ad esempio, nel 1952, si impegnò moltissimo per la fondazione della CED, ossia la Comunità Europea di Difesa, in altre parole per un esercito comune degli Stati europei. Aveva visto lontano e compreso che, se si fosse costruito un esercito comune, si sarebbe sviluppata anche una politica estera comune che, oggi, è il grande problema dell’Europa. Questo tema infatti è attualissimo: la costruzione di un’unica comunità di difesa significherebbe essere più efficienti, ridurre i costi per la difesa, forse anche dover usare di meno le armi e avere un peso politico maggiore nelle questioni internazionali, in quanto Europa, attraverso una politica estera comune.
Nella Giornata dell’Europa occorre ricordare che, le istituzioni comunitarie, sono importantissime. Ad oggi, i singoli Paesi europei, sullo scenario mondiale, hanno poca rilevanza e, possono contare qualcosa solo nel momento in cui uniscono le loro forze. I sovranisti non lo comprendono e, questa logica, che divide l’Europa è molto pericolosa. Il continente europeo è solo e deve fronteggiare problemi nuovi. La guerra in Ucraina è un evento sconvolgente. Dalla Seconda guerra mondiale non era mai accaduto che si combattesse in questo modo sul suolo europeo. L’Europa è sola perché gli Stati Uniti danno segnali di distacco sempre più forti e non intendono assumersi la responsabilità dei problemi del Vecchio Continente. Gli europei, dunque, devono prendere in mano il proprio destino e ciò significa rafforzare le istituzioni comuni in campi sempre più estesi, ovvero la difesa, l’ambiente, la politica estera, la politica fiscale ecc. È tempo di un’unificazione forte dell’Europa.