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Piadineria “Oltre il Blu”, la fragilità che diventa una ricchezza

L'importanza di coniugare la valorizzazione dei prodotti del territorio e l'inclusione professionale delle persone con autismo spiegata a Interris.it da Fabrizia Rondelli, madre caregiver e referente della piadineria "Oltre il Blu"

L’inclusione delle persone con disabilità nella società passa, primariamente, attraverso l’impegno e la formazione lavorativa. Questi due elementi, sinergicamente uniti tra loro, rappresentano un’opportunità per sognare un futuro migliore in cui, ognuno, indipendentemente dalle proprie condizioni, possa realizzare le proprie legittime ispirazioni.

L’esperienza di Pavia

Nel territorio dell’Oltrepò Pavese, la Fondazione Oltre il Blu in sinergia con l’associazione l’Ortica, con l’intento di realizzare questi obiettivi di inclusione delle persone con fragilità e, nello stesso tempo, valorizzare le eccellenze gastronomiche del territorio, hanno dato vita alla piadineria “Oltre il Blu”. Interris.it, in merito a questa esperienza in cui, la fragilità diventa una risorsa, ha intervistato Fabrizia Rondelli, madre caregiver e presidente dell’associazione “l’Ortica”.

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Foto di Tara Winstead: https://www.pexels.com/it-it/foto/cuore-modello-gioco-partita-8386122/

L’intervista

Rondelli, come nasce e che obiettivi ha la Piadineria “Oltre il Blu”?

“La piadineria ‘Oltre il Blu’ è nata perché stavamo cercando un’attività da proporre ai ragazzi che frequentano le nostre attività. Ciò ha presupposto di trovare un professionista e, visto che abbiamo già un laboratorio di trasformazione alimentare per quanto riguarda le marmellate, succhi e verdure in agrodolce, abbiamo deciso di svolgere un’attività legata a questo settore. Visto che, lo scorso anno, abbiamo costruito un forno per la pizza, divulgando la voce, abbiamo trovato una persona con una vasta esperienza nell’ambito delle piadine. Quest’ultima, rispetto alla pizza, per i ragazzi, è più semplice dal punto di vista della cottura e può essere preparata in anticipo. Abbiamo quindi pensato ad un laboratorio specifico in cui, alcuni di loro, si dedicano alla preparazione della piadina ed altri alla farcitura più a contatto con il pubblico, tenendo conto delle caratteristiche di ognuno”.

In base alla vostra esperienza, come unite la valorizzazione dei prodotti del territorio e la professionalizzazione delle persone con autismo?

“Cerchiamo di acquistare sul territorio e a chilometro zero i prodotti che ci servono per sostenere l’economia locale. L’Oltrepò Pavese è ricco di aziende agricole di eccellenza e, il processo che stiamo contribuendo a creare vuole diventare una catena importante per sviluppare un modello di inclusione, relazioni e instaurare nuovi rapporti economici”.

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo futuro della piadineria “Oltre il Blu”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione e avvicinamento al lavoro?

“Chi desidera aiutare la nostra azione può venire a degustare la nostra piadina. Abbiamo inaugurato la piadineria il cinque maggio e, fino alla fine del mese, saremo aperti alla domenica. A partire dal mese di giugno invece, saremo aperti il sabato sera e la domenica a mezzogiorno. Da luglio incrementeremo le aperture al venerdì sera, al sabato sera e alla domenica a pranzo. La nostra cascina è immersa nelle bellezze naturali dell’Oltrepò Pavese e, guardando al futuro, puntiamo all’autosostentamento per dare un’opportunità ai nostri ragazzi in un clima lavorativo sereno. Le relazioni umane sono importantissime per il perseguimento di questo obiettivo: occorre tener conto delle difficoltà e delle attitudini di ognuno, sapendole accogliere e valorizzare. Molti di loro non hanno mai lavorato e sono alla prima esperienza in questo ambito, è una sfida importante e vogliamo dare il meglio di noi”.

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