Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul tema della salvaguardia ambientale. Si tratta della più grande manifestazione green del pianeta, un momento unico in cui i cittadini di tutto il mondo si uniscono per celebrare la terra e promuovere la sua salvaguardia.
Anev
L’associazione nazionale energia del vento riunisce oltre 110 aziende che operano nel settore eolico e oltre 5.000 soggetti, tra cui produttori e operatori di energia elettrica e di tecnologia, impiantisti, progettisti e studi ingegneristici e ambientali. Tra i suoi scopi vi è quello di concorrere alla promozione della fonte eolica in un rapporto equilibrato tra insediamenti e natura.
L’intervista
Simone Togni, presidente dell’Anev che ha spiegato ad Interris.it l’importanza dell’energia eolica, in quanto fonte di energia pulita che non deteriora l’ambiente e che tutela il valore inestimabile del nostro territorio.
Presidente, la produzione di energia ha degli impatti sull’ambiente?
“Sicuramente sì, come peraltro tutte le attività umane. Tra quelli degni di nota c’è l’inquinamento che viene emesso dalla produzione di energia a fonte fossile e dalla CO2 che viene emessa in atmosfera, che nonostante non sia inquinante, è comunque un gas clima alterante che contribuisce fortemente a innescare i mutamenti climatici. Altri impatti invece, anche se in misura minore, sono quelli che si ripercuotono sul paesaggio e sulla fauna. Tra le fonti che recano questi danni c’è il carbone che ad oggi, dal punto di vista ambientale, non è più compatibile con le direttive europee, e il gas in quanto anch’esso emette CO2”.
Si può produrre energia in maniera sana?
“Sì con le fonti rinnovabili, in quanto prive di emissioni inquinanti e di CO2. Anche dal punto di vista paesaggistico gli impatti sono stati ridotti grazie alla definizione di alcuni criteri di mitigazione. Sto parlando in particolare di impianti eolici e fotovoltaici che sono due tecnologie che, secondo il piano nazionale integrato per l’energia e il clima che il governo italiano ha inviato a Bruxelles, dovranno compiere la transizione energetica che dovrà completarsi nei prossimi vent’anni e che prevede il 100% di energia rinnovabile entro il 2050”.
A che punto siamo?
“I dati ufficiali certificano che l’Italia, rispetto ad altri Paesi europei, è ancora molto indietro e questo dipende da molti aspetti, come per esempio che siamo partiti molto più tardi rispetto agli altri. Il fattore che però spaventa di più è che non siamo a passo nemmeno con quanto ci siamo prefissati. Il piano nazionale integrato per l’energia e il clima, indica infatti, che ogni anno la produzione di nuovi impianti rinnovabili deve ammontare a 10 gigawatt, ma la realtà è molto diversa. Nel 2023 per esempio abbiamo registrato nuove installazioni pari a 6 gigawatt, di cui almeno 4 gigawatt, sono piccole installazioni fotovoltaiche sui tetti di abitazioni, derivanti al superbonus del 110%, che sappiamo non si ripeterà più”.
Secondo lei la normativa italiana prevede dei processi di autorizzazione troppo lunghi?
“Le procedure europee ci dicono che dovremmo chiudere il processo autorizzativo in un anno, ma in Italia il tempo medio per un impianto eolico è di cinque anni e mezzo. Se invece si tratta di fotovoltaico, ci vogliono circa due anni e mezzo, ma anche in questo caso la procedura è troppo lunga. Questi dati ci fanno comprendere come la nostra sia una burocrazia che invece di incentivare, ostacola il raggiungimento degli obiettivi previsti”.
Ci sono delle Regioni più virtuose?
“Per quanto riguarda il fotovoltaico, molto dipende anche dalle amministrazioni locali. L’Emilia e Romagna e la Lombardia sono molto solerti e stanno dimostrando la volontà e la capacità di accelerare i tempi per l’installazione degli impianti. Se parliamo invece dell’energia eolica, non tutte le Regioni d’Italia hanno a disposizione la stessa forza del vento e possono dunque usufruire di questa grande risorsa, che si concentra nelle Regioni centro meridionali e nelle isole”.