I pilastri storici e sociali che hanno portato tre uomini di frontiera cattolici, ovvero Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi alla fondazione dell’Europa sono stati la pace, la democrazia, i diritti umani, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli dopo le immani sofferenze provocate dalla Seconda guerra mondiale. Questi valori fondativi, nello scenario attuale e futuro, rappresentano delle importanti sfide per i Paesi membri, chiamati a un impegno collettivo per trovare le vie per un rinnovato senso di appartenenza da parte dei cittadini.
Le imminenti elezioni europee e il contesto internazionale contrassegnato da diverse tensioni internazionali, ci pongono di fronte alla necessità di rendere le Istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio) più prossime e portatrici di pace. Questo è un impegno dal quale non ci possiamo sottrarre, perché le politiche comunitarie trovino ancora uno spazio di concretezza nelle vite di milioni di cittadine e cittadini. Questo richiede massima trasparenza, da coniugare con efficienza e rappresentatività, promuovendo una governance europea che sia in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni articolari e complessi dell’epoca che stiamo attraversando.
I versanti su cui i cittadini e le associazioni possono agire sono diversi. Il rapporto tra l’UE e gli Stati membri, è centrale, ma anche con la comunità internazionale, al fine di intervenire sulle sfide economiche e sociali senza trascurare i fenomeni di vulnerabilità e solitudine, sempre più marcati dentro l’Unione. Occorre continuare a lavorare alacremente per accompagnare la transizione verso un’economia verde e sostenibile, verso un’ecologia integrale che può diventare la cifra con cui interpretare i bisogni e promuovere le opportunità future, a partire dal mondo del lavoro.
Sarà necessaria una nuova grammatica per le migrazioni, per trovare pratiche conseguenti che siano capaci di mettere al centro la persona, favorendo percorsi di inclusione vera, più che di rafforzamento dei perimetri nazionali. Particolare attenzione andrà posta anche riguardo ai temi legati al digitale e alle intelligenze artificiali, affinché non creino ulteriori disparità, ma consentano di migliorare le condizioni di vita di molti e favoriscano una più piena e completa esigibilità dei diritti.
Ma le molte sfide per l’Unione possono avere successo solo nella misura in cui si riuscirà a coinvolgere attivamente i cittadini europei nei processi decisionali e nell’elaborazione delle politiche: promuovere la partecipazione democratica e il senso di appartenenza alla Comunità europea – un’appartenenza riconosciuta e vissuta – è fondamentale per rafforzare la legittimità e la coesione dell’Unione Europea. Lo sforzo che a ognuno di noi è richiesto è quello di contribuire, anche nel quotidiano, a superare le divisioni nazionali e locali, abbracciare un’identità europea condivisa, costruendo un futuro comune basato sulla pace e sulla solidarietà.
Il prossimo appuntamento elettorale che l’Europa si appresta a vivere, deve rappresentare per ogni cittadino, l’occasione per riaffermare i valori di pace e fraternità che erano state posti alla base delle istituzioni comunitarie dai loro illustri fondatori. Come cristiani siamo chiamati ad intervenire attivamente per contrastare le crescenti ingiustizie sociale e a preservare quella che, con grande lungimiranza, Papa Francesco ha definito “Casa Comune”.
Le persone dovranno essere sempre messe al centro di ogni decisione che riguarda il futuro dell’Europa. Lo spirito da seguire è quello delineato da Alcide De Gasperi che, nel corso della Conferenza Parlamentare Europea del 21 aprile 1954, ha definito la nascente istituzione “foro nel quale possono confrontarsi pareri diversi, ma tutti egualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa”. Questo è lo slancio che, anche e soprattutto oggi, ci serve per superare le divisioni e amarci come fratelli nel solco tracciato dall’Ue.