Il dovere di non dimenticare la tragedia di Cutro. A Papa Francesco è stato donato un inginocchiatoio ricavato dal legno del barcone dei migranti naufragato un anno fa a Cutro. L’idea di trasformare un pezzo di quel barcone, simbolo di morte – nella tragedia morirono oltre 90 persone, di cui 35 minorenni – in un richiamo alla speranza, è venuta a Giuliano Crepaldi. Presidente dell’associazione San Vincenzo de’ Paoli-Consiglio Centrale di Roma. “Addolorato da questa tragedia – racconta Crepaldi all’Osservatore Romano– ho pensato a come offrire un segno di solidarietà e di vicinanza“. A realizzare l’opera, Alireza, profugo iraniano, ospite dell’associazione. Che ha realizzato l’opera basandosi su un disegno elaborato da Guglielmo Zamparelli, collaboratore dell’organizzazione caritativa.
Memoria di Cutro
“Dare forma all’inginocchiatoio – spiega Alireza – è stata per me una testimonianza d’amore. Un modo per ricordare chi perde la vita in queste e in altri terribili sciagure”. Tutti e tre, accompagnati dal direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, hanno donato al Pontefice questo primo inginocchiatoio proveniente da Cutro. Con una promessa, che Francesco ha pienamente accolto. Quella di donare a tutte le diocesi italiane altri inginocchiatoi costruiti con i legni dei barconi carichi di migranti.