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“Zero, tre.. via”: i primi passi per sviluppare capitale sociale positivo

Un progetto che non eroga solo servizi per bambini, ma avvolge con il suo abbraccio tutta la famiglia. L'esperienza in quattro quartieri di Catania

Si chiama “Zero, tre… via” il progetto finanziato dall’impresa “Con i bambini” che gestisce il fondo per il contrasto alla povertà educativa. Interris.it ha intervistato Giuliana Gianino, presidente dell’Associazione Talità Kum Onlus e responsabile del progetto rivolto alle famiglie che hanno bambini dagli zero ai sei anni.

I servizi offerti

“Nella città di Catania abbiamo realizzato quattro poli, in altrettanti quartieri periferici: Librino, San Giovanni Galermo, Nesima/Monte Po e Villaggio Dusmet – spiega Giuliana a Interris.it -.Per i bambini da 0 a 3 anni ci sono degli ‘spazio gioco‘ che sono aperti dalle 9 alle 13. C’è molta attenzione a questi primi mille giorni del bambino perché è in questa fase che vengono gettate le basi per la crescita futura”. Questi poli, però, non accolgono solo i bambini, ma avvolgono in un grande abbraccio tutta la famiglia che può usufruire, nel pomeriggio, di incontri con professionalità specializzate, come psicologi, assistenti sociali e nutrizionisti. In questo spazio dedicato interamente alla famiglia, i genitori possono riqualificarsi dal punto di vista lavorativo: a breve infatti, prenderà il via un corso per babysitter. “E’ operativo uno sportello per la ricera del lavoro attivo – spiega Giuliana -. Aiutiamo i genitori a compilare il curriculum vitae”.

Lo “spazio comunità”

All’interno del progetto “Zero, tre.. via” è presente quello che viene chiamato “spazio comunità” che ha come finalità quella di costruire una comunità educante intorno al bambino, ma soprattutto si pone l’obiettivo di rendere i genitori protagonisti e non solo ricevitori di sostegno. “Ci sono iniziative originali che hanno lo scopo di attivare le ‘risorse interne’. Una di queste è la ‘bottega dello scambio’ dove ogni famiglia porta vestiti o giocattoli – spiega la responsabile del progetto -. Abbiamo realizzato anche dei gruppi di acquisto perché comprare insieme dei beni costa di meno. Lo scopo ultimo, li stiamo costruendo piano piano, è quello di realizzare una ‘banca del tempo‘, dove gli stessi genitori metteranno a disposizione il loro tempo e le loro competenze all’interno di questa piccola e nuova comunità”.

Non solo povertà economica

Giuliana, inoltre, ha evidenziato come la continuità educativa tra la famiglia e gli spazi extra-familiari sia fondamentale, soprattutto per cementare il rapporto mamma-bimbo in questi primi tre anni di vita. Il progetto si rivolge a famiglie che spesso non hanno solo una povertà economica economiche, ma anche culturale e sociale. “Questi fattori spesso determinano una fatica familiare quotidiana – aggiunge -. Il sostegno genitoriale deve coprire a 360 gradi molti aspetti, non basta offrire un asilo per il bambino. Le famiglie che si rivolgono a noi, sono per maggioranza italiane, con Isee molto bassi e con svantaggio economico e culturale”. Le persone che si rivolgono al progetto hanno molte necessità diverse: in alcuni casi la richiesta è quella di migliorare la relazione con il proprio figlio, in altri viene chiesto proprio un aiuto economico.

Il futuro si costruisce passo dopo passo

Il progetto è attivo in quattro quartiere periferici di Catania. “Nel quartiere Librino, in viale Moncada c’è un alto tasso di criminalità e disagio minorile, è presente anche un’economia mafiosa – spiega Giuliana -. Ma questo anche a Nesimo, San Giovanno Galermo e Villaggio Dusmet. Sono quartieri dove è presente una complessità di fattori”. Non solo in questi quartieri, ma in tutta la Sicilia, quando c’è un vuoto istituzionale viene occupato dall’illegalità. Noi lavoriamo per la vita affinché questi bambini possano prendere possesso della loro esistenza. Quello che cerchiamo di fare è aprire delle finestre di opportunità per questi piccoli e loro famiglie – spiega Giuliana -. La qualità di questo progetto non è data solo nei servizi che eroga, ma sta nella possibilità di ricercare un cambiamento valoriale e culturale attraverso la costruzione di una comunità in cui i primi protagonisti sono i genitori che si rivolgono a noi – conclude -. Puntiamo a costruire una rete e un capitale sociale positivo. L’opera di ognuno di noi è fondamentale”.

I partener di “Zero, tre… via”

Capofila del progetto “Zero, tre… Via” è l’associazione Talità Kum onlus (presidente Giuliana Gianino), in sinergia con il Comune e l’ufficio coordinato da Lucia Leonardi, e con il coinvolgimento di diversi partner: Asp di Catania (presente con MariStella Fardella), coop. Tommaso Moro (Carmelo Marzà), Associazione Costruiamo Ponti (Naomi Puglia), Associazione culturale Inperformat (Marika Greco), Associazione Oratorio San Filippo Neri nuovo (Lorenzo Barletta), CESVI Fondazione Onlus (Anna Catinotto), Cooperativa Centro Orizzonte Lavoro (Alberto Anzalone), Cooperativa Marianella Garcia (Filippa Giugno), Cooperativa Prospettiva (Glauco Lamartina).

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