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Oms: “Offensiva a Rafah catastrofe umanitaria oltre ogni immaginazione”

L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che gli ospedali di Gaza sono già "completamente sovraccarichi e sull'orlo del collasso" e che un attacco israeliano a Rafah sarebbe catastrofico

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lancia l’allarme: un’offensiva militare israeliana su Rafah (nel sud della Striscia di Gaza) causerebbe “una catastrofe umanitaria oltre ogni immaginazione”: gli ospedali sono “completamente sovraccarichi e sull’orlo del collasso”. “Gli ospedali devono essere protetti in modo che possano svolgere la loro funzione salvavita”, conclude il rappresentante dell’Oms nei Territori palestinesi occupati.

Oms: “Offensiva a Rafah sarebbe catastrofe inimmaginabile”

Un’offensiva militare israeliana a tutto campo contro Rafah causerebbe “una catastrofe umanitaria oltre ogni immaginazione”, ha avvertito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), secondo la quale un tale attacco ridurrebbe il sistema sanitario al collasso. Quest’ultimo allarme, lanciato dal rappresentante dell’Oms nei Territori palestinesi occupati, Rik Peeperkorn, arriva in un momento in cui gli ospedali sono “completamente sovraccarichi e sull’orlo del collasso”, ha aggiunto Peeperkorn, sottolineando che 1,5 milioni di abitanti di Gaza sono ora stipati in tende di fortuna e rifugi “dappertutto”.

Inoltre, la capacità dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite di distribuire aiuti medici a Gaza è fortemente limitata, poiché molte richieste di consegna di rifornimenti sono state respinte da Israele. Solo il 40% delle missioni dell’Oms nella Striscia di Gaza settentrionale è stato autorizzato a novembre, e quel numero è diminuito significativamente da gennaio.

Oms: “Aprire i corridoi umanitari”

“Anche in assenza di un cessate il fuoco, dovrebbero esistere corridoi umanitari per l’Oms e le Nazioni Unite per fare il loro lavoro”, ha detto Peeperkorn mentre. Sul terreno l’Onu continua a segnalare operazioni di terra e pesanti combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi, in particolare a Khan Younis e Rafah. “Gli attacchi aerei su Rafah hanno aumentato i timori di un’escalation nell’area più meridionale di Gaza, che ospita già più della metà della popolazione di Gaza”, segnalano le Nazioni Unite.

“Nasser è la spina dorsale del sistema sanitario nel sud di Gaza. Deve essere protetto. L’accesso umanitario deve essere consentito. Gli ospedali devono essere protetti in modo che possano svolgere la loro funzione salvavita”, insiste l’Oms sottolineando che le infrastrutture sanitarie “non devono essere militarizzate o attaccate”. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, più di 28.400 persone sono state uccise a Gaza dall’inizio della guerra. Più di 68.100 persone sono rimaste ferite e altre migliaia sono disperse e presumibilmente morte.

Fonte: Ansa

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