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Stop alle barriere: diocesi e comuni insieme per l’integrazione

Dai piccoli territori arrivano risposte concrete. Nel Reatino è stato inaugurato un progetto inclusione sociale per le persone con disabilità

Uniti per l’integrazione. L’iniziativa mette in campo “una squadra di alto livello. Dalla Asl di Rieti alla diocesi Sabina-Poggio Mirteto. Passando per l’Unione dei Comuni dell’Alta Sabina e la Fondazione San Giorgio“, spiega il parlamentare Paolo Trancassini. E aggiunge: “É con piacere e orgoglio che partecipo all’inaugurazione di questo importante progetto di inclusione sociale. Per le persone con disabilità nella provincia di Rieti. Questa è la testimonianza che in Italia quando si vogliono fare le cose, si fanno“. Si è svolta, dunque, la presentazione del progetto di inclusione sociale per persone diversamente abili a Poggio Moiano, in provincia di Rieti. “Questo progetto – aggiunge Trancassini- è la dimostrazione di come i piccoli territori, a volte, riescano a dare risposte tangibili. Perché sono a diretto contatto con le persone, con le famiglie e con i bisogni delle comunità che vivono. Ed è questa ricchezza che nello stesso tempo inorgoglisce e responsabilizza“. Perché, ha concluso Trancassini, poi le risposte bisogna darle con i fatti. E questo progetto è un esempio di risposta data non solo a chi beneficerà del nuovo servizio. Ma anche alle famiglie, tra loro diverse nel vivere e affrontare le disabilità”integrazione

Mai più integrazione

La storia della diocesi laziale si  intreccia con quella pontificia. Secondo la tradizionale attenzione alla solidarietà e alla carità. Papa Gregorio XVI, con la costituzione apostolica “Studium quo impense afficimur” del 25 novembre 1841, abrogò la giurisdizione delle abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore. E formò una nuova diocesi, col nome di Poggio Mirteto. Ad essa diede il territorio di San Salvatore Maggiore con sette parrocchie. Torricella, che apparteneva alla diocesi di Rieti. E la parte mediorientale dell’antica Sabina. L’abbazia di Farfa, con il titolo abbaziale e le sue tre parrocchie, fu unita alla diocesi Sabina. In seguito Pio XI con la costituzione Apostolica “Suburbicariae Sabinae Dioecesis” il 3 giugno 1925 abrogò la sede di Poggio Mirteto. E la unì alla diocesi Sabina. Mantenendo tuttavia il titolo e il capitolo della cattedrale di Poggio Mirteto. In modo che il vescovo suburbicario di Sabina da allora si chiamasse anche vescovo di Poggio Mirteto. Mentre l’abbazia di San Salvatore Maggiore con il suo territorio fu unita alla diocesi di Rieti. Giovanni XXIII, col Motu proprio “Suburbicariis Sedibus” (dell’11 aprile 1962) modificò profondamente il governo delle diocesi Suburbicarie.

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