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Missio ad gentes: il mandato del Sinodo

“La Chiesa è missione”. La Relazione del Sinodo riafferma il dinamismo missionario della Chiesa sinodale

La “missio ad gentes” come mandato del Sinodo dei vescovi. “Piuttosto che dire che la Chiesa ha una missione, affermiamo che la Chiesa è missione. ‘Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi‘ (Gv 20,21)”. Inizia così l’ottavo Capitolo della “Relazione di Sintesi” approvata e pubblicata a conclusione della prima sessione della XVI assemblea generale dei Sinodo dei Vescovi. Dedicata al tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Il documento rappresenta un approdo provvisorio del cammino sinodale. In vista della seconda sessione dell’assemblea, in programma per l’ottobre 2024. Tutto il testo, osserva l’agenzia missionaria vaticana Fides, è attraversato da continui richiami alla missione di annunciare il Vangelo come unica ragion d’essere della Chiesa. E criterio guida per mettere mano a riforme e cambiamenti nelle istituzioni e nelle dinamiche ecclesiali. In particolare, il dinamismo missionario della Chiesa sinodale è riproposto nelle sue linee essenziali nel Capitolo ottavo. Intitolato “la Chiesa è missione”. Che apre la seconda parte della relazione, dall’eloquente titolo “Tutti discepoli, tutti missionari”. Tutti i paragrafi del capitolo 8 sono stati approvati dai membri dell’Assemblea sinodale con consensi che nella maggior parte dei casi hanno quasi sfiorato l’unanimità.Missio

Missio

La missione “ad gentes” come scambio di doni, quindi. La pratica della missione “ad gentes” è compiuta da missionari e missionarie che lasciano la propria terra d’origine per compiere la loro opera apostolica in altre terre. Viene riproposta nella Relazione di sintesi sinodale come “un arricchimento reciproco delle Chiese”. Perché “non coinvolge solo i missionari. Ma l’intera comunità, che viene stimolata alla preghiera, alla condivisione dei beni e alla testimonianza”. Tale offerta “non deve essere abbandonata o archiviata come una prassi del passato neanche dalle ‘Chiese povere di clero”. Mentre “quelle in cui c’è maggiore fioritura di vocazioni al ministero ordinato possono aprirsi alla cooperazione pastorale. In una logica genuinamente evangelica. In coerenza con la “Chiesa in uscita” testimoniata da papa Francesco. Tutti i missionari, in forza della loro vocazione propria, sono una risorsa importante per creare legami di conoscenza e scambio di doni”. Tra le “questioni da affrontare” per facilitare e non frenare il dinamismo missionario della Chiesa, la relazione segnala anche quelle connesse proprio a nuovi compiti e ruoli assunti da laici e laiche nelle dinamiche ecclesiali e pastorali.

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