Delusione sì ma forse non troppa. Marcell Jacobs corre in 10”05, molto meglio rispetto alle batterie ma che non è bastato per accedere alla finalissima mondiale dei 100 metri. Il campione olimpico la prende con filosofia, consapevole dei guai fisici avuti durante l’anno, e legge il miglioramento riscontrato come un segnale positivo in vista delle prossime sfide. “Oggi è andata molto meglio di ieri, sapevo che non era facile. Ci ho messo quello che potevo ma mi mancava gareggiare. Potevo stare a casa ma ho deciso di metterci la faccia, non ho paura di essere sconfitto e so che questo non è il mio valore”. Lo ha detto ai microfoni Rai, Jacobs, focalizzando sé stesso sulla staffetta, altra specialità che lo ha visto trionfare a Tokyo nel 2021: “Dai tempi duri arrivano gli uomini forti”.
Palmisano, bronzo “d’oro”
Da un campione olimpico a una campionessa, anch’essa trionfatrice a Tokyo e reduce da un’annata densa di infortuni. E, stavolta, l’esito è stato decisamente più positivo visto che, nella 20 km di marcia, Antonella Palmisano piazza un grande 1h27’26” e si aggiudica il bronzo mondiale, esattamente come a Londra, sei anni fa. Una gara eccezionale, raggiunto con una preparazione limitata (appena due gare) e tanto, tantissimo cuore. Per l’oro e l’argento, rispettivamente appannaggio della favorita Maria Perez e dell’australiana Jemima Montag, niente da fare. Ma lo si sapeva: l’obiettivo era far bene, meglio ancora se con una medaglia. E Palmisano lo centra in pieno, mettendo nel mirino i prossimi Giochi: “Ora so che posso andare avanti al meglio – ha detto nel post-gara -, il prossimo appuntamento è con l’Olimpiade, c’è Parigi dietro l’angolo”.
Iapichino, niente podio
Niente medaglia, invece, per Larissa Iapichino. La lunghista disputa una buona finale ma, con un salto conclusivo di 6.82 si ferma a pochi centimetri dal podio, dovendosi accontentare del quinto posto. Grande delusione, se non altro per i soli 6 cm che l’hanno separata dalla terza piazza, occupata dalla romena Alina Rotaru (6.88). Oro alla serba Ivana Vuleta (7.14) e argento alla statunitense Tara Davis Woodhall (6.91).