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Come raccontare la vita del Beato Acutis ai giovani. L’intervista a Marco Pappalardo

L'intervista di Interris.it a Marco Pappalardo, autore del libro "Io e C@rlo" edito da Paoline.

Come raccontare in un libro la vita del Beato Carlo Acutis ai preadolescenti e agli adolescenti senza rischiare di trasformarlo in un coetaneo irraggiungibile o in un “santino”? E’ questa la domanda che si è posto Marco Pappalardo, autore del libro “Io e C@rlo” (Edizione Paoline), un breve romanzo per ragazzi sulla scia dei precedenti libri che hanno come protagonisti Padre Pino Puglisi e Rosario Livatino.

Chi è il beato Carlo Acutis

Nacque il 3 maggio 1991 a Londra, Carlo è figlio di Andrea Acutis e Antonia Solzano. A Milano, il giovane Carlo frequentò la scuola elementare e media presso le suore Marcelline, la parrocchia presso la chiesa di Santa Maria Segreta e il liceo classico presso l’Istituto Leone XIII, gestito dai Gesuiti. Nel 2006 si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre, in soli tre giorni, presso l’ospedale San Gerardo di Monza, dopo aver offerto le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Aveva 15 anni. Fu sepolto secondo il suo desiderio nel cimitero di Assisi, dove rimase fino alla traslazione nel Santuario della Spogliazione, sempre in Assisi, dove si trova dal 6 aprile 2019. Proclamato beato il 10 ottobre 2020, la sua memoria viene celebrata il 12 ottobre, giorno della sua morte.

La mostra sui miracoli eucaristici nel mondo

Il beato Carlo ha ideato e organizzato la mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, con la collaborazione dell’Istituto San Clemente I Papa e Martire. Tale mostra, ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta e presente anche online, è già stata ospitata in tutti i cinque continenti: solo negli Stati Uniti d’America in quasi 10.000 parrocchie; nel resto del mondo in centinaia di parrocchie e in alcuni tra i santuari mariani più famosi, come ad esempio Fátima, Lourdes e Guadalupe. Ma anche in Cina, Medio Oriente, India, Africa… in Nazioni non cattoliche o non cristiane.

L’autore Marco Pappalardo

Marco Pappalardo, classe 1976, sposato, insegna Lettere a Caltagirone presso l’I.S. Majorana-Arcoleo e collabora con lo Studio Teologico San Paolo di Catania. Giornalista Pubblicista, scrive per Avvenire, Credere, La Sicilia, Note di Pastorale Giovanile, Vinonuovo.it, InTerris.it. È Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Scolastica dell’Arcidiocesi di Catania. Salesiano Cooperatore, a diversi livelli si occupa di educazione digitale, catechesi, volontariato e comunicazione. Ha scritto più di trenta libri con diverse editrici, alcuni dei quali tradotti in più lingue.

Io e C@rlo

Nel suo libro, Marco Pappalardo racconta la straordinaria storia dell'”influencer di Dio” in un modo molto originale: l’incontro tra una ragazza di oggi e il Beato Carlo: quasi uno scontro all’inizio, si trasforma in un’amicizia virtuale e virtuosa tra adolescenti che, in un’età fatta d’incertezze e desideri, vivono questo tempo così complesso della vita. Tra le pagine del nuovo libro di Marco Pappalardo s’intrecciano le due giovani storie, quella di Carlo e di una ragazza, che dialogano di ciò che conta davvero: i sogni, l’amore, lo studio, il futuro, Dio, internet. Alcune pagine aiuteranno i lettori a fermarsi e gestire le “impostazioni” della loro vita, mentre, alla fine di ogni capitolo ci saranno domande ed esercizi per riflettere.

L’intervista

Marco, perché hai deciso di scrivere un libro sul beato Carlo Acutis?

“Le storie belle ed intense vanno raccontate! Da educatori è comune mostrare ai giovani come modelli degli adulti ed io stesso l’ho fatto scrivendo libri su Padre Puglisi, Rosario Livatino ed altri; questa volta ho puntato su un adolescente nostro contemporaneo, certo che abbia tanto da dire ai suoi coetanei e a noi adulti”.

Come è nata l’idea di raccontare la vita del beato Acutis immaginando un incontro con una ragazza di oggi?

“Ho pensato alla realtà, ai diversi modi in cui oggi davvero i ragazzi potrebbero conoscerlo, e da docente è stato facile partire dalla scuola per poi percorrere le tante strade dei preadolescenti e degli adolescenti. Volevo anche evitare la classica biografia e che il nostro Beato fosse ‘ridotto’ ad un santino irraggiungibile!”.

Qual è l’aspetto principale che vorresti arrivasse ai ragazzi che leggeranno il libro?

“Intanto, mi piacerebbe che pure gli adulti restassero colpiti da questa storia, prendendo consapevolezza che i ragazzi sono una risorsa e non peso, sono la cura e non la malattia, sono il presente e solo dopo il futuro. Ai preadolescenti e agli adolescenti questo libro propone di specchiarsi in Carlo Acutis e nella protagonista femminile, intrecciando le proprie storie con la loro e scoprendo che è possibile essere felici a partire dalle piccole cose quotidiane”.

Cosa i giovani di oggi dovrebbero imparare dal beato Acutis?

“Come ho detto prima, anche noi adulti dobbiamo imparare da lui che da vivo è stato stimolante per chi lo incontrava e per chi si faceva prossimo. I giovani, oltre ad imparare da lui, dovrebbero tirar fuori quanto di bello e di grande conservano nel cuore; il confronto con il Beato Acutis può essere l’occasione per scoprire il valore del dono, del servizio, del volontariato, di una fede che non è bigottismo, di un cristianesimo felice!”.

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