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Alluvione Emilia-Romagna: franato il territorio dell’olio di Brisighella

Spada: "Non è ancora possibile capire quanti ulivi secolari siano andati perduti. Secondo le prime stime, almeno il 10-15% degli ulivi sono stati divelti"

Le frane causate dall’alluvione che ha recentemente colpito la Romagna mettono a rischio uno degli oli extravergine di oliva Dop (a denominazione di origine protetta) più rinomati della produzione italiana, quello di Brisighella, e un territorio di assoluto pregio paesaggistico per la concentrazione di ulivi secolari.

L’allarme maltempo

A lanciare l’allarme è Sergio Spada, presidente della cooperativa Terra di Brisighella, che produce da sola il 95% dell’olio extravergine di oliva Brisighella Dop, il primo olio ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta nel 1996. La Dop Brisighella è una produzione di eccellenza, con olio extravergine di oliva ricavato da olivi secolari situati su tre vallate (Lamone, Senio e Marzeno) in un piccolo territorio dell’appennino tosco-emiliano. “In seguito all’alluvione, le zone collinari in cui si produce l’olio sono state interessate da numerose frane”, fa sapere all’ANSA il presidente della cooperativa Sergio Spada.

“Solo la presenza di ulivi secolari, con le loro grandi radici, è riuscita in qualche modo a sorreggere il territorio e a contenere le frane. Altri ulivi, invece, purtroppo sono franati a valle, tale è stata la furia dell’acqua”. “Non è ancora possibile capire quanti ulivi secolari siano andati perduti – spiega Spada – dal momento che molte strade principali e secondarie sono andate distrutte e altri sentieri sono ancora purtroppo impraticabili. Secondo le prime stime, almeno il 10-15% degli ulivi sono stati divelti”. E sulla prossima campagna, il presidente Spada non nasconde le sue preoccupazioni. “Al momento possiamo continuare a garantire la fornitura ai nostri clienti, avendo avuto lo scorso anno una produzione abbondante, con circa 300 quintali di olio extavergine di oliva Brisighella Dop. La prossima molitura, però, resta un’incognita. Non sappiamo infatti quanti ulivi saranno di fatto accessibili ai nostri soci, c’è il rischio che molti soci non riusciranno ad arrivare agli alberi dal momento che il territorio è tutto franato”. La cooperativa, aderente a Confcooperative, è stata costituita nel 1966 ed oggi conta 350 soci per un’estensione complessiva di 500 ettari.

Fonte: Ansa

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