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Giornata della Terra, Stefano Laporta (Ispra): “I danni all’ambiente ricadranno sulla pelle dei più giovani”

L'intervista di Interris.it a Stefano Laporta, presidente di Ispra - Istituto Superiore Per la Protezione e la Ricerca Ambientale - in occasione della Giornata della Terra

Il 22 aprile di ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, si celebra la Giornata della Terra. Questa ricorrenza è stata istituita nel 1970 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare le persone sui temi della sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta. Interris.it ha intervistato Stefano Laporta, Presidente dell’ISPRA, Istituto Superiore Per la Protezione e la Ricerca Ambientale e per parlare della sensibilità che i giovani dimostrano verso l’ambiente.

Presidente, perché è importante sensibilizzare i bambini a rispettare la terra?

“La tutela dell’ambiente e della biodiversità sono entrate nella nostra Costituzione con un atto di portata storica. Sono inseriti tra i principi fondamentali della Repubblica, tra i primi 12 articoli della Carta. In particolare, il nuovo comma dell’articolo 9 stabilisce che la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Parlo di portata storica per la nostra generazione, ma soprattutto per i bambini e per i giovani, perché è a loro che stiamo consegnando un pianeta da noi sfruttato e spesso considerato soltanto a nostro beneficio, senza rispettarne la natura. L’ambiente è nelle loro mani ed è nostro compito renderli partecipi, coinvolgerli e fornire loro le conoscenze adeguate e le risposte ai loro interrogativi. I giovani di questa generazione ‘Zeta’ sono sicuramente più sensibili su questo tema e sono più informati perché dispongono di strumenti, come i social e internet, che consentono di acquisire rapidamente le informazioni. Un istituto di ricerca pubblico come il nostro può aiutare i ragazzi, i docenti e le famiglie a districarsi tra le tante informazioni, indicando quali sono scientificamente valide perché supportate da dati e da ricerche”.

Che benefici porta alle nuove generazioni il rispetto per l’ambiente?

“Un pianeta più sano, un giusto equilibrio tra ambiente e salute, la capacità di saper gestire le non infinite risorse che ci offre la natura, non può che portare benefici. Faccio un esempio per tutti, il consumo incessante di suolo, risorsa preziosa e non rinnovabile. I dati dell’ultimo rapporto ISPRA ci dicono che il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale. Di questi, 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato. L’espansione urbana e le sue trasformazioni collaterali rendono il suolo impermeabile, provocando allagamenti, ondate di calore, e perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici. Una corretta gestione del suolo invece, porta con sé benefici contro i cambiamenti climatici e il mantenimento della biodiversità che ci può salvare da molte problematiche legate anche alla nostra salute. Aggiungo a questo che abbiamo bisogno di un radicale cambiamento culturale, di modelli di vita che dovranno necessariamente essere ispirati alla sostenibilità ed è questo il messaggio che noi dobbiamo comunicare alle giovani generazioni”.

Come si sensibilizzano i ragazzi?

Sicuramente con la formazione, l’informazione e la comunicazione. Come dicevo, oggi i ragazzi sono più sensibili perché più informati. Pensiamo solo al recente periodo in cui la pandemia li ha tenuti chiusi in casa. Nonostante questa condizione di chiusura, le loro attività didattiche sono continuate. L’Ispra si è reso disponibile a fornire loro informazioni e conoscenze sull’ambiente, pubblicando sul sito documenti utili alla formazione e validi spunti anche per i docenti e per le loro famiglie. I ragazzi ci hanno fatto domande e hanno dimostrato interesse per le nostre attività che sono state scaricate e sono diventate oggetto di studio. Questo interesse ha mandato un segnale forte e ha dimostrato che anche in un periodo di forzata inattività, i giovani volevano formasi, conoscere e fare qualcosa per il loro ambiente. Io credo che la comunicazione e l’informazione siano delle basi solide per queste generazioni che dovranno trovare strategie e soluzioni”.

I giovani sono più portati al rispetto dell’ambiente rispetto alle persone più anziane?

“La generazione cosiddetta ‘boomer’, a cui appartengo pure io, in alcuni casi ha fatto dei danni irreparabili all’ambiente. Credo che in passato sono stati stati fatti forse inconsapevolmente perché mancavano gli strumenti e le conoscenze che oggi invece abbiamo oggi. Basta pensare all’osservazione satellitare della terra, che fino a qualche decennio fa potevamo solo immaginare, oppure ai cambiamenti climatici, la cui stessa esistenza fino a qualche anno fa era messa in discussione. I ragazzi invece, sono consapevoli del rischio che corriamo se non si rispetta l’ambiente. Vorrei ricordare qui una frase di Mikhail Gorbachev che spesso riporto nei miei interventi e che mi sembra particolarmente adatta a questo contesto e alla sua domanda: ‘Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi non sapevano accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata’”.

Come vede il futuro di questi ragazzi?

“La mia visione dipende da quello che si riuscirà a fare nel futuro prossimo. Scienza e ricerca sono fondamentali per affrontare le sfide globali della sostenibilità, ma saranno rafforzate solo dalla diffusione di una maggiore consapevolezza di ognuno e da un più stretto rapporto tra mondo della ricerca e vita quotidiana dei cittadini che devono essere informati e coinvolti fin da bambini. Il PNRR a livello nazionale e lo European Green Deal a livello europeo, sono obiettivi ambiziosi, ma non impossibili, a patto che si attui una profonda trasformazione culturale del vecchio continente verso uno sviluppo sostenibile. Serve una maggiore sensibilizzazione contro i cambiamenti climatici e una maggiore attenzione alla tutela di un ambiente, i cui danni spesso irreparabili causati da anni a questa parte, inevitabilmente ricadranno sulla pelle dei più giovani. Io comunque sono ottimista e ripongo nei giovani grandi speranze perché si dimostrano molto attivi nei confronti dei problemi ambientali. Sono certo non rimarrò deluso”.

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