Impennata di sbarchi negli ultimi 3 giorni (fino alle 8 di stamattina): sono 3mila, cui andranno aggiunti quelli che arriveranno dopo le operazioni di soccorso della Guardia costiera in atto oggi nello Jonio.
E il totale del 2023 sale a 17.592 contro 5.976 dello stesso periodo dello scorso anno: l’aumento è del 194%. E’ quanto si evidenzia dai dati del Viminale. Ivoriani (2.383), guineani (2.334), bengalesi (1.506) e tunisini (1.286) le nazionalità più rappresentate. I minori non accompagnati sono 1.965.
A Brindisi 105 migranti: in fuga da abusi e torture
Sette mesi in un carcere in Libia dove è stata ripetutamente violentata, come spesso succede alle donne che come lei viaggiano da sole. Ha raccontato di essere fuggita anche da questo scenario di abusi una delle donne giunte questa mattina a Brindisi a bordo della nave di Emergency Life Support.
La giovane, che viaggiava con due bambini, era su un gommone di 12 metri in avaria in acque internazionali al largo della Libia e la notte tra il 6 e il 7 marzo è stata soccorsa con gli altri 104 migranti da Emergency quando già l’imbarcazione era in avaria e imbarcava acqua. Ha raccontato la sua storia agli operatori di Emergency, ma il suo non è l’unico racconto pieno di orrori.
“Il passaggio in Libia – spiega sulla banchina del porto di Brindisi Simonetta Gola, responsabile comunicazione di Emergency – è fatto di abusi, violenze sessuali, torture e ricatti: le torture vengono filmate e mandate ai parenti per chiedere soldi per la liberazione, lo dicono le persone, lo dicono i rapporti internazionali. E questo è quello a cui noi costringiamo le persone non avendo dei canali legali di accesso in Europa”.
A bordo, spiega ancora Gola, non ci sono casi critici dal punto di vista sanitario, “anche se sono persone che hanno affrontato un viaggio spaventoso, hanno segni di torture e ustioni che sono tipiche di queste traversate perchè vengono provocate dalla miscele di benzina e acqua salata che si crea nelle imbarcazioni”.
Ci sono donne e uomini torturati, con le mascelle spaccate, senza denti. Tra i migranti soccorsi c’è anche un ragazzo etiope che viveva in Sudan in un campo profughi: è scappato con la madre che aveva 13 anni – racconta Gola – ora ne ha 16, ha tentato più volte la fuga dalla Libia, ed è sempre stato ripreso e riportato indietro, e essere riportato indietro significa essere messo nelle carceri libiche. Io gli auguro di avere finalmente ottenuto quello per cui ha tanto lottato”.
Fonte: Ansa