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Progetto “Voices”: ecco qual è l’esperienza dei bambini in corsia

E' stato attivato un unico questionario online in tre degli ospedali pediatrici europei (su quattro) che prendono parte al progetto. L'obiettivo è migliorare il benessere dei minori durante il ricovero

Dalla parte dei bambini in corsia. Entra nel vivo il progetto europeo “VoiCEs”. Con il coordinamento della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. E, in Italia, la partecipazione del Meyer di Firenze e di Unicef. Ecco i risultati raccolti e analizzati dal personale. L’obiettivo è ascoltare le esperienze di bambine, bambini e adolescenti per migliorare la loro esperienza durante il ricovero. Per questo è stato attivato un unico questionario online in tre degli ospedali pediatrici europei (su quattro) che prendono parte al progetto. “VoiCEs” è realizzato con il sostegno della Commissione Europea, “Uno dei pilastri del lavoro dell’Unicef è quello di garantire la partecipazione attiva dei bambini. In tutti gli aspetti che riguardano le loro vite”, evidenzia Carmela Pace. Aggiunge il presidente di Unicef Italia. “Il progetto VoiCEs si concentra sull’ascolto dei bambini. In un momento in cui sono particolarmente vulnerabili. E cioè in un ambiente ospedaliero. E’ fondamentale poter raccogliere queste esperienze direttamente da loro. Ciò darà un importante contributo al miglioramento dell’assistenza globale. Per bambine, bambini e adolescenti. Al di là dei risultati legati solo alla salute”.

Dalla parte dei bambini

Ad essere raccolte sono le “voci” di minori durante il loro ricovero. In modo da ottenere un riscontro sull’esperienza e sui servizi ricevuti. La compilazione del questionario è iniziata a novembre in tre paesi europei. E i risultati saranno resi disponibili per il personale ospedaliero. “Ciò permetterà di definire miglioramenti ulteriori. Da pianificare a breve, medio e lungo termine. Nell’assistenza sanitaria riservata a bambine, bambini e adolescenti“, spiegano i promotori dell’iniziativa. Al progetto “VoiCEs” aderiscono quattro ospedali pediatrici in Europa. Meyer di Firenze. Children’s University Hospital a Riga in Lettonia. Helsinki University Hospital in Finlandia. Erasmus MC Sophia Children’s Hospital a Rotterdam nei Paesi Bassi. A coordinare il progetto sono la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Unicef Italia. Nel piano europeo sono coinvolti altre istituzioni. E cioè European Children’s Hospital Organization. Associazione Italiana degli Ospedali Pediatrici. Picker Institute di Oxford. Il loro ruolo riguarda la diffusione dei risultati a livello europeo e locale.bambini

Supporto specialistico

Durante il ricovero in ospedale pediatrico, il paziente e i suoi familiari vengono informati sull’indagine. E ricevono un link via e-mail o sms. Per accedere al questionario online che resterà disponibile per 30 giorni. Il questionario si differenzia in base alle diverse fasce di età del paziente ricoverato. Con età non superiore ai 17 anni. Ad esempio, il genitore dovrà compilare il questionario per bambine e bambini fino a 3 anni. Mentre i bambini e le bambine più grandi e gli adolescenti potranno rispondere in maniera diretta. E le domande vengono adattate alla loro età. Sono stati coinvolti 100 specialisti medici e di supporto. Psicologi. Rappresentanti di organizzazioni di pazienti e familiari. In questo modo sono state identificate diverse macro aree al centro della valutazione. Ossia comunicazione comprensibile e chiara. Atteggiamento empatico, educato, amichevole e rispettoso. Coinvolgimento del paziente nel processo decisionale su questioni riguardanti il trattamento. Ricovero in reparto e servizi. Dimissione dall’ospedale. Inclusa la chiarezza delle informazioni sul seguito del trattamento date al paziente E ai familiari che lo assistono.bambini

A misura di bambino

Un’assistenza sanitaria di alta qualità deve tenere conto delle opinioni di bambine, bambini e adolescenti come pazienti. Nonché dell’uguaglianza e della non-discriminazione.  Si tratta di una delle sette aree definite dagli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms fissa, infatti, i diritti dei pazienti negli ospedali pediatrici. A fondamento c’è l’articolo 12 della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ previsto che le bambine e i bambini e gli adolescenti debbano essere ascoltati in tutte le questioni che li riguardano. “Il questionario al centro del progetto ‘VoiCEs’ consentirà a bambine, bambini e adolescenti di condividere la loro esperienza. Attraverso uno strumento appropriato alla loro età. E per la prima volta, il loro punto di vista sarà raccolto in contemporanea in diversi paesi europei. Sarà il primo standard di riferimento internazionale. Ciò offrirà l’opportunità di confrontare gli indicatori pediatrici riferiti dai pazienti. Di condividere strategie di miglioramento. E di imparare dalle buone pratiche. Per migliorare la qualità dell’assistenza a misura di bambina e bambino. Partendo dal loro punto di vista”, precisa Sabina De Rosis. Ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna. E coordinatrice del progetto.bambini

Partecipazione attiva

“La collaborazione con altri ospedali pediatrici è stata una straordinaria opportunità. Per individuare gli strumenti più idonei alla rilevazione dell’esperienza di ricovero. A partire dall’ascolto diretto della voce delle bambine, dei bambini e degli adolescenti. Ci auguriamo che il nuovo questionario VoiCEs, attivo da un mese presso il nostro ospedale possa rappresentare un ulteriore contributo. E un passo in avanti per l’Azienda ospedaliera universitaria Meyer. Lngo il percorso intrapreso nel 2018 con l’indagine PREMs, relativa all’esperienza durante il ricovero”, evidenziano i responsabili del progetto VoiCEs dell’ospedale Meyer.

 

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