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Massacci (Anffas): “Turismo inclusivo oltre le barriere della disabilità”

In Europa sono 130 milioni le persone con disabilità. E solo 50 milioni di queste viaggiano con regolarità. Sono 4 milioni i viaggiatori italiani con disabilità (dati Enit) e il 7% degli italiani ha trascorso almeno una vacanza con persone disabili

Turismo oltre ogni barriera. A sollecitare maggiore accessibilità è Antonio Massacci che nelle Marche presiede l’onlus Anffas. Suo figlio Giorgio, 39 anni, soffre di un’epilessia farmacoresistente che gli impedisce di memorizzare ciò che apprende. Ostacoli e barriere penalizzano o impediscono le vacanze inclusive. In Europa sono 130 milioni le persone con disabilità. E solo 50 milioni di queste viaggiano con regolarità. Sono 4 milioni i viaggiatori italiani con disabilità (dati Enit) e il 7% degli italiani ha trascorso almeno una vacanza con persone disabili. E le difficoltà da superare variano a seconda del tipo di disabilità. Appello al governo per un turismo inclusivo dell’Anffas di Jesi. Associazione Aps-Ets di famiglie e persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo.turismo

Turismo accessibile

“E’ un’esigenza morale e pratica dell’intera collettività che il turismo diventi inclusivo- afferma a Interris Antonio Massacci (Anffas)- Serve un turismo capace di rivolgersi alla persona, ad ogni persona. Ad ognuno secondo la propria cifra stilistica. Ad ognuno secondo le proprie possibilità. Ad ognuno secondo i propri mezzi, I propri desideri. I propri limiti. Le proprie aspettative“. Un diritto che non sia subordinato ai desideri o attenzioni del momento. Bensì ancorato saldamente a un’etica individuale e collettiva della codivisione. Perché, osserva Massacci, “proprio tutte le persone possono trarre vantaggio dall’incontrare il mai incontrato. Dal vedere il non visto. Dall’udire un’altra voce. Un altro canto. E sperimentare altri colori e altri profumi. Nuovi sapori e nuovi saperi“. Ne deriva un accorato appello alle istituzioni. turismo

Prospettive per il turismo

Prosegue Antonio Massacci: “Più si è miseri, più si è in povertà d’immagini, cognizioni o prospettive. Meno si è goduto del bello o del buono. Più grande sarà lo stupore e lo sgomento. E maggiore sarà il segno che rimarrà impresso negli occhi, nei cuori, nelle menti e negli animi di chi viandante non lo è mai stato. Perché non ha avuto strade da percorrere”. C’è poi anche “da non trascurare“, aggiunge Massacci: “In Italia le persone con disabilità rappresentano circa il 5% della popolazione. La maggior parte di loro sono affiancate almeno da altre due persone. Impegnate a vario titolo nella cura e nell’assistenza. Cioè i caregiver invise troppo spesso sottovalutati. Tutti insieme rappresentano una grossa fetta della torta chiamata sistema Italia“. Il turismo, evidenzia Massacci, è “giustamente ritenuto dal governo un pilastro per lo sviluppo economico e culturale della nazione. Rappresenta il 15% del Pil. E deve essere trattato come tale in tutte le sedi”.turismo

Potenziali clienti

“Ci resta un po’ difficile guardare la finanza pubblica da un lato intenta a raccogliere le briciole per far quadre i conti. E dall’altro escludere quasi il 15% di potenziale clientela– sottolinea Antonio Massacci-. Clienti non solo italiani. Clienti che non parteciperebbero gratuitamente ma pagando, direttamente o indirettamente, la propria quota. Gratis è l’impegno di molte persone che affiancano i disabili. Persone che le accompagnano, che le assistono. Persone che di loro si prendono cura e con ciò ‘servono’ l’intero paese”. Le reti del turismo dovranno faticare e non poco per convincere questa importante parte di popolazione. Che  così non sarà più esclusa, rifiutata, scartata. Bensì accolta e inclusa”. Per ciò secondo Massacci “occorre promuovere un radicale cambiamento culturale. Favorire una nuova visione. Inclusiva ed includente. Tenendo conto che la bellezza si trova là dove la cerchiamo. Là dove la sappiamo vedere”.turismo

Cambiamento culturale

“Da parte delle aziende turistiche il cambiamento dovrà essere totale ma necessario- sostiene Massacci-. Sarà una strada difficile molto difficile da percorrere perché si dovrà riuscire là dove non sono riuscite le leggi con i loro obblighi. Si dovrà far leva sul vantaggio. Sul beneficio che può portare l’inclusione. Sull’accettazione di questa importante parte di cittadinanza. Ci saranno benefici per tutti. Soprattutto per i  costruttori di ponti, di cultura, di relazioni”. Puntualizza il presidente Anffas: “Una persona con disabilità, qualunque sia la causa della sua condizione, non ha scelto di esserlo. La persona con disabilità, è il prodotto della nostra civiltà. Della nostra incuria. Delle nostre conoscenze. Nel bene e nel male”. Perciò occorre “dare la possibilità a questa persona, di esserci. Nel luogo dell’incontro. Nel momento dell’incontro. Se la persona con disabilità vorrà esserci e se non lo vorrà. Sarebbe bene aiutarla ad uscire dall’anfratto dove anni di esclusione l’ha relegata. Per portare il suo contributo perché notevole è il patrimonio racchiuso nelle conchiglie degli esclusi“, raccomanda Massacci. napoli

Coscienza critica

“La presenza nel mondo della persona con disabilità è cura dell’ignavia e coscienza critica dell’indifferenza– precisa Antonio Massacci -. Nelle persone con disabilità oltreché condizioni di disagio si annidano anche intelligenze. E ‘abilità’ sottratte al bene comune. Nella velocità del succedersi delle cose alle istituzioni è richiesta capacità di favorire l’incontro tra le genti e i saperi”. Ad essere sollecitata è la partecipazione di  “persone vocate alla scoperta, pronte al nuovo, all’inedito, all’inconsueto“. Disposte ad “aprirsi per favorire l’inclusione”. Affinché si possa “avviare il risveglio”. Attraverso “la scoperta, la riscoperta di potenzialità sopite“. Studiando i modi giusti e più veloci di quanto si riesca a fare localmente. Con l’obiettivo di “favorire l’uso o il riuso di ciò che era. O che non è mai stato“.

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