Il caregiver è una persona importantissima, un eroe silenzioso attraverso cui le persone con disabilità possono dar voce alla propria capacità di autodeterminazione. Ovviamente, in base alla tipologia di disabilità di ognuno, la capacità di autodeterminarsi muta, ma ciò non implica che solo le persone con disabilità fisiche possano farlo. Ogni persona, anche chi ha una disabilità cognitiva, ha gli strumenti per raccontare ciò di cui ha bisogno e poter così compiere le proprie scelte.
In particolare, per quanto riguarda la stesura del progetto di Vita Indipendente, che si allontana poco dal progetto di vita promosso dall’articolo 14 della Legge 328/00, la figura del caregiver è di primaria importanza perché non riguarda solo l’assistenza primaria ma lambisce la vita della persona con disabilità nella sua totalità ed è quindi fondamentale per arrivare alla piena autodeterminazione della stessa nell’ambito del Progetto di Vita.
Rispetto a questi aspetti, il Progetto di Vita deve permettere alle persone con fragilità, di essere pienamente protagoniste della propria quotidianità in ogni ambito, ma deve anche consentire e incentivare l’espressione e i bisogni da parte dei caregiver, nell’ottica di un vicendevole arricchimento umano e sociale che deve avere come fine ultimo la creazione di una società più inclusiva e attenta ai bisogni, sia delle persone con fragilità che di chi sta al loro fianco. Solo procedendo su questa strada si arriverà alla piena attuazione di quanto scritto nella Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità.