Attualmente, gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari, si sono fermati al livello più alto. Gli incrementi in tal senso sono molto consistenti, l’olio di semi, ad esempio, il cui costo è più che raddoppiato, se non triplicato in alcuni casi, oltre alle preesistenti difficoltà di reperimento. In genere, tali aumenti, si sono verificati già nel corso del 2021 e, allo stato attuale, si attestano attorno al 60% – 70% e, nei casi peggiori, 80%.
In particolare, mi sto riferendo ai generi alimentari più importanti e consumati, ossia pane, latte, pasta, carne, uova e oli vari. Ora come ora, gli aumenti sono fermi ma ai livelli più alti, ecco perché incidono pesantemente sul bilancio delle famiglie.
Il peso complessivo dei generi di prima necessità sul bilancio delle famiglie comporterà un incremento di oltre mille euro nei costi per le stesse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Bisognerebbe quindi correre ai ripari e, la prima manovra da fare, sarebbe l’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità che, attualmente, è pari al 4% per quanto riguarda i beni di strettissima necessità e al 10% su altri prodotti importati per le famiglie. In riguardo a ciò, noi abbiamo chiesto l’azzeramento di questo tipo di tassazione.