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Edimburgo, il feretro della regina Elisabetta nella cattedrale di Saint Giles

Nella capitale scozzese la prima esposizione pubblica della sovrana più longeva nella storia della monarchia britannica

E’ stata aperta al pubblico la cattedrale di St. Giles a Edimburgo con le prime persone che hanno sfilato davanti al feretro di Elisabetta II, dove è stato portato oggi dalla guardia d’onore del Royal Regiment of Scotland per la prima esposizione pubblica all’omaggio di popolo. Volti contriti e commossi, alcuni sono scoppiati in lacrime davanti alla bara o lasciando la chiesa. Gente in coda per ore a Edimburgo per poter assistere al passaggio del corteo che accompagnava il feretro della regina Elisabetta II per la prima esposizione pubblica all’omaggio di popolo. Dietro la bara, disposta a vista sull’auto funebre al suono della cornamusa del Royal Regiment of Scotland, seguivano a piedi re Carlo, primogenito ed erede della sovrana, e gli altri figli di Sua Maestà, la principessa reale Anna e i principi Andrea ed Edoardo.

I figli

Re Carlo e gli altri tre figli della regina Elisabetta si sono schierati ai quattro lati del feretro della madre per un primo turno di veglia nella cattedrale di St Giles, a Edimburgo, aperta da questa sera all’omaggio del pubblico. L’immagine toccante dei quattro reali – a capo chino, e con attorno alcuni militari scozzesi – ha fatto subito il giro dei media britannici. Come già dietro al corteo, Carlo, la principessa Anna e il principe Edoardo sono in alta uniforme militare; mentre il principe Andrea – privato da mesi dei gradi e dei compiti di rappresentanza dinastica in seguito allo scandalo Epstein – è in borghese.

Il corteo

Il reparto d’onore del reggimento reale scozzese ha scortato sui due lati il carro funebre segnando il passo con le armi in spalla e la tradizionale divisa con il kilt. Attorno, un fiume di gente silenziosa e commossa, assiepata su entrambi i lati del Royal Mile e delle strade circostanti. Dietro il reparto d’onore procedevano altri ufficiali e militari delle varie armi e anche alcune guardie reali con la giubba rossa e l’alto colbacco nero. Re Carlo in uniforme militare da parata, come la sorella Anna e il fratello Edoardo. Mentre Andrea in abiti civili, pur con le sue decorazioni appuntate al petto, essendo stato sospeso dai titoli e dai ruoli ufficiali di rappresentanza della dinastia dopo il coinvolgimento nello scandalo Epstein.

Il rito

Sul feretro della regina Elisabetta II è adagiata la corona di Scozia, forgiata con oro scozzese in cui sono incastonate 22 gemme preziose insieme con perle di Scozia, consegnata alla sovrana dopo l’incoronazione nel 1953.  La liturgia è concepita come un rito di ringraziamento per la vita della regina, oltre che in suffragio della sua anima. Nel libretto liturgico è inserito pure il canto del Salmo numero 23, “Il Signore è il mio Pastore”, che fu eseguito anche per la celebrazione del matrimonio fra Elisabetta e il principe Filippo nell’abbazia londinese di Westminster nel 1947. Il rito, presieduto dal reverendo Calum McLeod, della Chiesa nazionale di Scozia, ha tuttavia un caratterizzazione ecumenica, con letture affidate a un arcivescovo cattolico e un vescovo protestante episcopale. Un brano dell’Ecclesiaste è stato letto in apertura dalla first minister del governo locale scozzese Nicola Sturgeon. Mentre la recita della preghiera dei fedeli è affidata a uno giovane africano che studia a Edimburgo, originario della Nigeria. Si è conclusa con l’esecuzione di “God save the King”, la nuova versione dell’inno nazionale, la funzione in onore di Elisabetta II presso alla cattedrale di St. Giles di Edimburgo.

La fede della regina

“La fede cristiana sincera”, non di facciata, della regina Elisabetta è stata al centro del sermone che ha coronato oggi la liturgia in sua memoria celebrata nella cattedrale di St Giles, a Edimburgo. Una fede rivendicata pubblicamente “senza falsi pudori”, come è stato notato dal pulpito, con citazioni dei suoi messaggi televisivi di Natale, ai suoi espliciti e ricorrenti richiami “al messaggio di Gesù Cristo” come proprio punto di riferimento, seppure nel rispetto dei sudditi di diverso credo o senza fede. Una religiosità che, secondo il commento della Bbc, ha rappresentato in sostanza “il vero fondamento” dello stesso, inossidabile “senso del dovere” della sovrana più longeva della storia britannica.

Carlo III: “Scozia suo rifugio e casa”

La regina Elisabetta ha trovato “nelle colline di questa terra e nel cuore della sua gente un rifugio e una casa“, ha detto re Carlo III nel suo discorso a chiusura della cerimonia all’assemblea legislativa di Scozia che ha presentato le sue condoglianze per la morte della sovrana avvenuta al castello di Balmoral. Ha aggiunto di essere “determinato con l’aiuto di Dio e con il vostro” a seguire “l’esempio ispiratore” della sua defunta madre. Carlo ha dichiarato formalmente che i suoi titoli scozzesi vengono trasferiti al figlio ed erede al trono William. Il breve discorso è stato seguito da una breve processione finale accompagnata dal suono delle cornamuse.

Londra

Frattanto gli apparati di sicurezza e d’intelligence si preparano con uno schieramento di massa di forze di polizia soprattutto a Londra, dove l’esposizione pubblica del feretro inizierà mercoledì a Westminster Hall per durare quattro giorni fino alla vigilia dei funerali solenni di lunedì 19. Nella capitale britannica è atteso fino a non meno di un milione di persone decise a sfilare dinanzi alla bara di Sua Maestà (erano state più di 200.000 già per la popolare regina madre, morta alla soglia dei 102 anni del 2002). Mentre ulteriori preoccupazioni si manifestano sui giornali in vista delle esequie di Stato, quando in città vi saranno anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e numerosi leader da tutto il mondo: destinati secondo alcune anticipazioni ad essere almeno in parte raggruppati per i trasporti a bordo di inusuali navette collettive allo scopo di rendere più gestibile la loro protezione.

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