“La siccità sta diventando progressivamente più intensa, prolungata, ricorrente e diffusa: nell’ultimo decennio si contano tre eventi siccitosi maggiori, comprendendo anche quello attuale, particolarmente incisivo nell’area Nord occidentale, mentre dal secondo Dopoguerra alla fine degli anni Ottanta non ve ne è stato nessuno”. Lo scrive l’Istat nel Rapporto annuale parlando di effetto dei cambiamenti climatici e delle vulnerabilità strutturali del sistema. Un eventuale razionamento nelle aree più colpite avrebbe “effetti significativi” in primis sul comparto agricolo e sull’uso civile che assorbono il 50% e il 36% dei consumi.
Istat: “In corso terzo evento di siccità più grave in 10 anni”
“La siccità attualmente in corso è una delle più intense di questi ultimi anni, innescata alla fine del 2021 da una riduzione degli afflussi meteorici complessivi (-10% rispetto alla media 1981-2010), aggravatasi poi nel 2022 (da gennaio a maggio complessivamente -35%)”, si legge nel testo. Le maggiori criticità si riscontrano nell’Italia Nord-occidentale, in particolare nel bacino idrografico del Po e hanno portato anche a una preoccupante riduzione dei livelli dei grandi laghi, soprattutto il lago Maggiore e il lago di Como.
Ad aggravare la situazione c’è lo stato della rete idrica che nel 2020 ha disperso, nei capoluoghi di provincia, il 36,2% dell’acqua immessa in rete.
Il Pnrr destina 4,38 miliardi per garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque marine e interne. Risorse che l’Istat definisce “fondamentali per iniziare una profonda ristrutturazione del patrimonio infrastrutturale idrico”. In particolare, sono previsti 900 milioni di investimenti per la riduzione delle perdite idriche nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti.