Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria il quadro ha presentato forti differenziazioni geografiche. Il Covid-19 ĆØ stata dichiarata pandemia dall’Organizzazione mondiale della sanitĆ (Oms) lā11 marzo 2020. Lāepidemia, iniziata in Cina, nella cittĆ di Wuhan, provincia di Hubei, si ĆØ diffusa inizialmente nella Regione del Pacifico Occidentale interessando: Taiwan, Corea, Giappone, Thailandia, Vietnam e Singapore. Dopo alcuni mesi, grazie principalmente allāattuazione di un severo lockdown (in Cina) e di accurate attivitĆ di tracciamento (specialmente in Corea), lāepidemia ĆØ stata ben controllata fino a praticamente ottenere lāeliminazione in quella parte del mondo.
GiĆ in febbraio-marzo 2020 la pandemia si ĆØ diffusa, procedendo verso ovest, a interessare il Medio Oriente (in particolare lāIran) e contemporaneamente lāEuropa, quindi le Americhe e infine il mondo intero non risparmiando alcuna delle 6 Regioni dell’Organizzazione mondiale della sanitĆ . Il picco dei casi e della mortalitĆ in questa āprima ondataā epidemica si ĆØ registrato nellāultima settimana di marzo e la prima di aprile del 2020 in Europa e in giugno e luglio nelle Americhe. Dallāinizio della pandemia il numero totale dei casi nel mondo ha raggiunto circa 290 milioni e il numero totale dei morti 5,4 milioni. La curva epidemiologica disegna successive āondateā con picchi in novembre-dicembre 2020 per la āseconda ondataā e in marzo-aprile 2021 per la āterza ondataā. Dopo un declino nel mese di giugno 2021, la curva mostra un progressivo incremento a partire da luglio e disegna una āquarta ondataā che, dopo un avvallamento in settembre e ottobre, ĆØ tuttora in evoluzione, ormai da 10 settimane, ovvero dalla metĆ di ottobre 2021.
Cumulativamente la Regione dell’Organizzazione mondiale della sanitĆ delle Americhe registra il 36% dei casi e il 44% dei morti, la Regione Oms dellāEuropa il 36% dei casi e il 31% dei morti; pertanto, in queste due regioni si assomma circa il 72% dei casi e il 75% dei morti totali. Le altre 4 Regioni Oms sono relativamente risparmiate; in particolare il Mediterraneo Orientale registra il 6% dei casi e il 6% dei morti, lāAfrica il 3% dei casi e il 3% dei decessi e la Regione del Pacifico Occidentale il 4% dei casi e il 3% dei decessi. La Regione del Sud Est Asiatico ha numeri di livello intermedio assommando il 16% dei casi e il 13% dei morti totali. Nellāultima settimana 27 dicembre 2021-2 gennaio 2022 sono stati riportati globalmente 9.5 milioni di nuovi casi e 41.000 nuovi decessi.
Ć da notare che in questa settimana si registra un marcato incremento (71%) di nuovi casi, particolarmente rilevante nelle Americhe (del 100%), nel Sud-Est Asiatico (del 78%) e in Europa (del 65%). Nella Regione delle Americhe lāincremento dei nuovi casi dellāAmerica del Nord ĆØ ampiamente corroborato dal forte incremento dellāAmerica Centrale, dellāArgentina e del Brasile. Va notato che lāimmunitĆ protettiva conferita dalla vaccinazione stenta a manifestare tangibili effetti sulla curva epidemiologica in Europa per la situazione di bassa copertura vaccinale della Russia e dei paesi dellāEst europeo, che giustifica in gran parte lāincremento europeo. Il numero dei nuovi morti allāopposto registra un trend a decrescere (ā10%), che si manifesta nelle Americhe (ā18%), nel Sud-Est Asiatico (ā9%) e nella Regione del Pacifico Occidentale (ā10%), come anche nel Mediterraneo Orientale (ā7%) e in Europa (ā6%), mentre la sola Africa ĆØ in controtendenza con un incremento del 22% ma nel contesto di una modesta casistica, pari al 3% del totale.
Stazionaria la curva nelle altre Regioni della WHO. Questi dati fanno ritenere che a livello globale la pandemia sia ampiamente attiva presentando una doppia faccia: in fase di costante progressivo declino della mortalitĆ , ma con fortissimi segni di ripresa della trasmissione, principalmente legata allāavvento delle nuove varianti del virus. La variabilitĆ epidemiologica della situazione evidenzia altresƬ come lāaccesso ai servizi sanitari e la reportistica siano fortemente differenziate tra le varie regioni.