La guerra russo-ucraina aggrava la crisi umanitaria in Etiopia. Un paese “altero ed esuberante”, sottolinea l’agenzia missionaria Fides. Con una grande tradizione cristiana a maggioranza copto-ortodossa. Prima la pandemia, poi il conflitto nell’Europa Orientale che blocca l’esportazione di grano. Indispensabile per il Corno d’Africa. Don Dante Carraro è il direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Parla di “una guerra lontana che nessuno racconta”. E aggiunge: “Grandi speranze infrante. Negli ultimi due anni. A causa degli scontri armati provocati da una lotta interna. Tra il governo federale. Guidato dal presidente Abiy. Premio Nobel per la pace. E l’etnia dei tigrini del nord. Il Covid-19 ha indebolito il sistema sanitario. E ha fatto regredire gli indicatori di salute. La siccità ha inaridito gran parte delle terre meridionali. E ha generato una carestia diffusa“.
Emergenza Etiopia
“Da qualche mese, – aggiunge il missionario che è anche medico chirurgo – si è aggiunta la crisi in Ucraina. Dove anche come Cuamm stiamo dando un aiuto concreto. Con il suo impatto devastante e cruento. Sta penetrando in tutto il paese. E colpendo i prodotti di largo consumo. Quelli alimentari in testa. L’Etiopia è un paese grande. Con quasi 120 milioni di abitanti e 88 etnie. Addis Abeba, la capitale, ha un aeroporto che funziona da hub per tutta l’Africa. Una metropolitana di superficie. Una grande circonvallazione. La sede dell’Unione Africana. Palazzi in costruzione ovunque”. Ma, precisa don Dante Carraro, a pagare sono sempre i più poveri. Il 75% del grano di cui l’Etiopia ha bisogno proviene dall’Ucraina. E quel grano ora non c’è. Il prezzo del gasolio per litro è raddoppiato. E a luglio hanno annunciato che aumenterà di quattro volte. L’inflazione galoppa. Il Birr, la moneta locale, si svaluta di giorno in giorno. La povertà si sta aggravando. I salari non bastano più per arrivare a fine mese. Gli ospedali fanno fatica“.