La depressione aggravata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. La depressione sempre più diffusa, con fasce di età particolarmente colpite dal “male oscuro”. A Interris.it la psicologa Veronica Leone definisce il quadro di un’emergenza individuale e collettiva. “La depressione appare sempre più diffusa. E si stima che sia uno dei disturbi più comuni. Hanno sofferto di depressione quasi 2,8 milioni di persone. Tra cui il 5,4 % della popolazione di età pari o superiore ai 15 anni“. La psicologa fa riferimento ad alcuni studi e molteplici ricerche. “Le fasce maggiormente colpite da disturbi depressivi sono le donne, i giovani e i disoccupati- precisa la dottoressa Leone-. Ciò evidenzia come la crisi economica e lavorativa sia una delle cause più frequenti per l’ insorgenza di disturbi depressivi e d’ ansia”.
Emergenza depressione
“In altre ricerche scientifiche viene analizzato l’impatto della pandemia. Approfondendo
come il Covid-19 abbia avuto un impatto notevole sulla salute degli italiani– puntualizza la psicologa-. Ne conseguono disturbi depressivi molto spesso associati a disturbi d’ansia. Nel caso della popolazione più giovane le cause potrebbero essere riconducibili all’isolamento legato alla chiusura delle scuole. E alla limitazione di socializzazione. Mentre nel caso delle donne invece potrebbe essere legato ad un carico più gravoso nella gestione delle attività domestiche e quotidiane. Con conseguente aumento del rischio di violenza”. Inoltre, aggiunge la dottoressa Veronica Leone, “altre autorevoli ricerche focalizzano la condizione delle donne oltre i 65 anni. Durante il periodo della pandemia hanno manifestato sintomi depressivi. E anche sintomi riconducibili ad un disturbo ossessivo compulsivo. E a stress post traumatico”.Rischio di violenza
La pandemia di Covid-19, quindi, ha causato un aumento dei disturbi d’ansia e depressione maggiore in tutto il mondo. Soprattutto nelle donne e nei giovani. A ribadirlo è una metanalisi condotta da ricercatori australiani. E pubblicata da “Lancet”. Secondo lo studio, i giovani hanno sofferto soprattutto per l’isolamento legato alla chiusura delle scuole. Mentre le donne si sono ritrovate ad affrontare un maggior carico di gestione della via domestica. Con conseguente aumento del rischio di violenza. L’indagine è stata condotta dai docenti dell’Università del Queensland. E ha registrato 76 milioni di casi aggiuntivi di disturbi d’ansia e 53 milioni in più di casi di depressione maggiore.
Metanalisi
Complessivamente i casi di depressione maggiore sono arrivati a 246 milioni dai 193 milioni previsti (+28%). E i disturbi di ansia hanno conosciuto un incremento del 26%. Passando da una previsione di 298 milioni a 374 milioni. Il lavoro australiano ha incluso 48 studi precedentemente condotti in tutto il mondo. E ha raggruppato i risultati in una metanalisi. Per quantificare la prevalenza di disturbi di salute mentale dei dati relativi a 204 Paesi nel 2020. Ciò l’ha reso un attendibile approfondimento mondiale sul peso dei disturbi d’ansia e depressione durante la pandemia. Come hanno osservato gli autori di un articolo di commento. Collegato alla pubblicazione dello studio.