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I rischi di tempi lenti per l’attuazione del Pnrr

Riguardo all’attuazione del Pnrr siamo a un punto che a me francamente non piace molto. Avrei preferito che questo piano di investimenti per un nuovo sviluppo economico fosse maggiormente accelerato e soprattutto che non ci fossero, all’interno della compagine governativa e della sua maggioranza, dei litigi che possano mettere in discussione lo stesso finanziamento del Pnrr il cui ammontare è, come sappiamo, di circa 230 miliardi, dei quali 200 della Comunità Europea più 30 miliardi stanziati dalle nostre finanziarie.

Questi atteggiamenti litigiosi, il non trovare delle convergenze rapide e celeri su alcuni problemi, come quelli relativi alle riforme da attuare, fanno sì che si corra il rischio di avere tempi molto lenti per quanto riguarda l’attuazione del Pnrr. C’è anche il rischio che la Comunità Europea, vedendo che non si realizzano le riforme in tema di tassazioni, transazioni energetiche e via dicendo, faccia sì che si perdano questi fondi. Ecco perché sono preoccupato e vorrei certamente che i tempi di attuazione delle riforme si accorciassero e ci fosse maggiore convergenza per poter finalmente far decollare il piano degli investimenti.

C’è una correlazione molto stretta tra il piano degli investimenti, il potere di acquisto delle famiglie e, la cosa che a me sta maggiormente a cuore, l’occupazione perché, fare investimenti, significa dare lavoro, soprattutto ai giovani. Non dimentichiamo che abbiamo una disoccupazione giovanile molto alta, in particolare nel Mezzogiorno e naturalmente, anche attraverso maggior lavoro per i giovani, si aumenta il potere d’acquisto dell’intera famiglia. Oggi, molte famiglie, fanno welfare nei confronti dei figli e dei nipoti disoccupati, abbattendo il loro potere d’acquisto. È fondamentale che si faccia presto e bene il Pnrr.

Le misure più celeri da attuare nell’ambito del Pnrr per incentivare l’occupazione giovanile devono essere quelle legate alla transizione ecologica ed energetica, perché abbiamo bisogno di fare uno sviluppo diverso, non più basato sui prodotti fossili ed il carbone che ormai è fuori gioco, ma anche il petrolio e il gas. Noi dobbiamo senza dubbio avere delle possibilità di fare, anche in piena autonomia, investimenti che producano energia pulita, la quale fa bene all’ambiente e, nello stesso tempo, ci rende meno succubi degli Stati che detengono questi prodotti. Non dimentichiamo che, anche in questi giorni, stiamo discutendo del petrolio e del metano, dato che siamo importatori netti di tali prodotti. Ecco perché bisogna accelerare l’attuazione di questo piano. Ovviamente poi ci sono altri ambiti, dalla sanità ai processi tassazione, le infrastrutture. Ci sono diversi piani ma, per me, quello fondamentale, è la transizione ecologica.

Sono estremamente preoccupato per la guerra che è in corso in Europa, la quale non solo provoca morti e feriti tra la popolazione civile, rade al suolo case, ospedali e infrastrutture importanti per il paese ma, oltre a ciò, la stessa comporta ricadute economiche molto importanti per quanto riguarda i prezzi delle materie prime e soprattutto la fame nel mondo, per il fatto che, se non si riesce a trasportare il grano ucraino presso le popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente, si rischia una catastrofe alimentare con tutte le conseguenze che possiamo immaginare. Ecco perché mi auguro che presto finisca questa guerra e si ricominci a ricostruire laddove si deve e a fare del nuovo nel nostro paese.

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