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Una casa speciale per ritrovare sé stessi

L'intervista di Interris.it a don Fabrizio Corno, parroco di Castelletto Ticino e fautore del progetto "Casa Kairos"

Kairos in greco indica il tempo opportuno e – nel caso del progetto attuato dalla parrocchia di Castelletto Ticino, attraverso una apposita casa, si intende proprio dare il tempo necessario a ragazzi da poco maggiorenni in difficoltà affinché ritrovino la propria autonomia dal punto di vista abitativo e sociale.

La normativa in Italia

In Italia attualmente non c’è una legge specifica che si occupa dell’accompagnamento all’autonomia dei maggiorenni in uscita dei percorsi di accoglienza, l’unica deroga a questa norma è l’applicazione di una disposizione che  risale al 1934 e consente al Tribunale dei Minori di estendere, in alcuni casi, il sostegno e l’accompagnamento sociale fino al compimento del ventunesimo anno di età ma – tale misura – non viene di fatto più applicata nella maggior parte dei territori per mancanza di fondi. Interris.it ha intervistato don Fabrizio Corno, parroco di Castelletto Ticino dal 2016 e sacerdote dal 2004. La parrocchia è l’ente che gestisce il progetto Casa Kairos il cui capofila è la Caritas diocesana di Novara.

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L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone Casa Kairos?

“Nasce dall’esigenza di dare l’opportunità a ragazzi neomaggiorenni che escono da comunità per minori – o comunque da situazioni famigliari difficili – di essere introdotti, attraverso questa esperienza di vita comune, nella vita normale. Quindi, accompagnandoli nella gestione di una casa, nel trovare lavoro ed essere condotti verso la vita adulta. I posti disponibili sono tre, è una piccola realtà che però in questa zona non esiste e prevede un tempo massimo di diciotto mesi. Si dà un tempo nel quale si accompagnano i ragazzi per poi giungere alla loro indipendenza. La parrocchia ha messo a disposizione i locali e – grazie ai fondi dell’8×1000 nonché alla generosità delle persone della comunità che ci hanno dato il loro aiuto – abbiamo risistemato tali locali. Ovviamente tutto ciò si svolge in collaborazione con i servizi sociali, su casi che anche loro conoscono e sono già in qualche modo in carico agli stessi da tempo”.

Quali sono le azioni che intendete porre in essere nei confronti di questi giovani in difficoltà?

“Le azioni che svolgiamo sono quelle di abituare ed accompagnare i ragazzi nella gestione di una casa, aiutarli a trovare delle possibilità lavorative e nell’inserirli all’interno della comunità parrocchiale. A tal proposito avremo anche un bel gruppo di volontari che attualmente stanno preparando Casa Kairos e saranno disponibili a stare con i ragazzi nonché ad accompagnarli nelle diverse fasi della giornata ed in tutti momenti che si possono vivere all’interno di una parrocchia”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo chi lo desidera può aiutare la vostra azione a Casa Kairos?

“L’auspicio che ci poniamo è quello di venire incontro a un certo disagio giovanile che è oggettivamente in aumento, per dare proprio l’opportunità ai ragazzi che partono da situazioni familiari svantaggiate di poter avere una vita normale, realizzare i rispettivi sogni nonché progetti ed essere aiutati in questo. Per aiutare la nostra azione ci sono vari livelli, da chi ci fa delle offerte a chi fa volontariato presso di noi”.

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