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Il Papa: “Viaggio a Kiev? La mia disponibilità c’è sempre”

Papa Francesco, sul volo di ritorno da Malta, lancia un monito all'umanità: "Non impariamo dagli errori, siamo innamorati dello spirito di Caino"

Due soli giorni di viaggio ma è un importante bagaglio di contenuti, riflessioni e auspici quello che Papa Francesco porta con sé dall’isola di Malta. Laggiù, nel cuore del Mediterraneo, il Santo Padre ha guardato negli occhi, ancora una volta, il dramma delle rotte migratorie, rivolgendo però uno sguardo anche più a est, dove le bombe continuano a cadere, costringendo migliaia di persone a lasciare la propria terra. Una tragedia per certi versi speculare a quella vissuta da chi sfida il mare in cerca di un futuro migliore. Nel primo giorno di visita apostolica, il Papa aveva aperto all’ipotesi di un viaggio a Kiev, in Ucraina, alle cui porte si è consumato uno dei tanti orrori del conflitto in corso. Forse il più atroce, del quale il Santo Padre è stato informato in aereo.

Papa Francesco, l’ipotesi Kiev

I cadaveri dei civili ritrovati a Bucha, spiega Francesco, confermano la crudeltà della guerra, “una cosa inumana, che va contro lo spirito umano… È lo spirito di Caino, lo spirito ‘cainista’… Io sono disposto a fare tutto quello che si debba fare e la Santa Sede, soprattutto la parte diplomatica, il cardinale Parolin e monsignor Gallagher, stanno facendo di tutto, ma di tutto: non si può pubblicare tutto quello che fanno, per prudenza, per riservatezza, ma siamo al limite del lavoro”. E fra le possibilità c’è anche il viaggio. Anzi, due quelli possibili: “Uno me lo ha chiesto il presidente della Polonia di inviare il cardinale Krajewski a visitare gli ucraini che sono stati ricevuti in Polonia… L’altro viaggio che qualcuno mi ha domandato, più di uno, io lo dissi con sincerità che avevo in mente di andarci, che la mia disponibilità sempre c’è”. E in programma resta anche “un incontro con il patriarca Kirill, si sta lavorando a questo, si sta lavorando e si sta pensando al Medio Oriente per farlo”.

Il tema della guerra

Sul tema della guerra, c’è chi chiede al Papa se abbia parlato con Putin nei giorni seguiti all’inizio dell’invasione russa. “Le cose che ho detto alle autorità di ogni parte sono pubbliche. Nessuna delle cose che ho detto è riservata per me. Quando ho parlato con il patriarca lui poi ha fatto una bella dichiarazione di quello che ci siamo detti. Il presidente della Russia l’ho sentito alla fine dell’anno quando mi ha chiamato per farmi gli auguri. Il presidente dell’Ucraina l’ho sentito due volte”. Poi spiega: “Il primo giorno di guerra ho pensato che dovevo andare all’ambasciata russa per parlare con l’ambasciatore, che è il rappresentante del popolo, e fare le domande e dire le mie impressioni sul caso. Questi sono i contatti ufficiali che ho avuto. Con la Russia l’ho fatto tramite l’ambasciata”.

Lo spirito di Caino

Sul cosa direbbe a Putin, Francesco ribadisce: “I messaggi che ho dato a tutte le autorità sono quelli che ho fatto pubblicamente. Non faccio doppio linguaggio… Ogni guerra nasce da una ingiustizia, sempre. Perché c’è lo schema di guerra. Non c’è lo schema di pace. Per esempio fare investimenti per comprare le armi”. Lo schema della guerra si impone, perché dopo gli sforzi per superare la tragedia della Seconda guerra mondiale abbiamo dimenticato l’impegno per costruire la pace: “Non siamo più abituati a pensare allo schema della pace. Ci sono stati dei grandi come Ghandi e altri che io menziono alla fine dell’enciclica Fratelli tutti che hanno scommesso sullo schema della pace. Ma noi siamo testardi come umanità. Siamo innamorati delle guerre, dello spirito di Caino”.

Malta e l’accoglienza

Infine il viaggio a Malta, due giorni intensi di incontri e di preghiera, in una terra dove dall’accoglienza dipende il futuro di tante persone. “Il problema dei migranti è grave perché sia Grecia, Cipro, Malta, Italia, Spagna, sono i Paesi più vicini all’Africa e al Medio Oriente e atterrano qui, arrivano qui, i migranti vanno accolti sempre! Il problema è che ogni governo deve dire quanti ne possono ricevere normalmente per vivere lì”. L’auspicio è quindi “un’intesa con i Paesi dell’Europa e non tutti sono disposti a ricevere i migranti. Dimentichiamo che l’Europa è stata fatta dai migranti, no? Ma così sono le cose, ma almeno non lasciare tutto il peso a questi Paesi limitrofi che sono così generosi, e Malta è uno di loro”.

La breve conferenza in aereo vede anche una domanda sulla salute del Papa, negli ultimi giorni colpito da un problema al ginocchio: “La mia salute è un po’ capricciosa, ho questo problema al ginocchio che tira fuori problemi di deambulazione, di camminare, è un po’ fastidioso, ma sta migliorando, almeno posso andare. Due settimane fa non potevo fare nulla. È una cosa lenta vediamo se torna indietro, ma c’è il dubbio che a questa età non si sa come finirà la partita, speriamo che vada bene”.

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