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Crisi ucraina, primo scambio di dieci prigionieri. Onu: oltre mille vittime civili

L'Unhcr afferma che 3,7 milioni di persone hanno lasciato il paese, mentre secondo Unicef 4,3 milioni di bambini sono sfollati

Ha avuto luogo il primo scambio di prigionieri di guerra, per ordine del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Lo ha annunciato il viceprimo ministro ucraino Iryna Vereshchuk su Telegram, come riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian. Mentre il Public Kharkiv, come riporta sempre l’agenzia ucraina, riporta che i russi avrebbero sparato sui civili in fila per chiedere aiuti umanitari nella regione di Kharkiv, mentre l’azienda ferroviaria ucraina – come riferisce Ukrainska Pravda –  avrebbe denunciato colpi sparati dai russi contro un treno di evacuazione di civili da Kiev.

Lo scambio

L’Ucraina ha scambiato 10 russi catturati con 10 dei suoi militari. I russi ha anche portato via 11 marinai civili che sono stati salvati dall’esercito ucraino dopo l’affondamento della nave stamattina vicino a Odessa.

Treno

I russi hanno sparato contro il treno di evacuazione dei civili in uscita da Kiev e diretto a Ivano-Frankivsk, nell’ovest del Paese, ha denunciato l’azienda ferroviaria ucraina, come riferisce Ukrainska Pravda. “Il treno è stato preso di mira vicino a Vasilkov vicino a Kiev e i finestrini in tre carrozze sono stati distrutti“, ha reso noto il presidente dell’azienda Ukrzaliznytsia Oleksandr Kamyshin, specificando che non ci sono stati feriti.

Vittime civili

Secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni unite, è stata superata la soglia accertata dei mille civili uccisi in Ucraina. In un mese di conflitto dall’attacco russo contro l’Ucraina del 24 febbraio alla mezzanotte del 23 marzo, l’Ufficio dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani ha registrato un totale di 1.035 uccisi e 1.650 feriti tra i civili. Tra i 1.035 civili uccisi accertati, 90 sono bambini (14 femmine, 28 maschi e 48 il cui genere non è ancora noto).

In una nota l’Alto commissariato sottolinea di ritenere che le cifre effettive siano “considerevolmente più elevate” e che “molti rapporti sono ancora in attesa di conferma”.  La maggior parte delle vittime civili registrate – precisa la nota – sono state causate dall’uso di armi esplosive con un’ampia area di impatto, compresi bombardamenti di artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi, missili e attacchi aerei.

Profughi

Sono 3,7 milioni le persone fuggite dall’Ucraina in un mese di guerra, afferma l’Onu, sottolineando che metà dei bambini del paese sono ora sfollati. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha detto che 3.674.952 ucraini hanno lasciato il Paese, con un aumento di 48.406 rispetto al giorno precedente. In totale, più di 10 milioni di persone – più di un quarto della popolazione nelle regioni sotto il controllo del governo prima dell’invasione – si pensa che abbiano abbandonato le loro case, compresi quasi 6,5 milioni di sfollati interni.

Sei rifugiati ucraini su 10 hanno attraversato la Polonia, in gran parte proseguono verso altri stati nella zona di frontiera aperta di Schengen. Circa 563.519 rifugiati sono entrati in Romania, compreso un gran numero che ha attraversato la Moldavia: si ritiene che da lì gli sfollati si siano diretti verso altri Paesi. In 374.059 hanno attraversato la Moldavia. Altri 330.877 sono entrati in Ungheria. Sempre secondo l’Unhcr, 271.254 ucraini hanno cercato rifugio in Russia. Inoltre, 113.000 persone hanno attraversato la Russia dalle regioni separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk, nell’Ucraina orientale, tra il 21 e il 23 febbraio. In 260.244 hanno attraversato il confine più breve dell’Ucraina in Slovacchia. Altri 5.569 rifugiati hanno raggiunto la Bielorussia a nord.

Bambini sfollati

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ha spiegato che 4,3 milioni di bambini – più della metà dei 7,5 milioni di bambini dell’Ucraina – sono stati costretti a lasciare le loro case. Più di 1,8 milioni di quei bambini sono diventati rifugiati, mentre altri 2,5 milioni sono sfollati all’interno del loro Paese devastato dalla guerra.

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