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Ucraina: notte di bombe su Kiev, perdita chimica a Sumy

A Kiev i bombardamenti hanno investito un centro commerciale nel quartiere di Podil, nel quale è scoppiato un vasto incendio provocando sei morti

Ennesima notte di bombardamenti russi sull’Ucraina, nel ventiseiesimo giorno della guerra scatenata da Mosca. Le bombe sono cadute in particolare su Kiev su un centro commerciale e nella regione nordorientale di Sumy, su un impianto chimico, mentre – riporta Ansa – le sirene d’allarme antiaeree hanno risuonato in almeno altri sei oblast.

Kiev: 6 morti nel centro commerciale

Nella capitale ucraina i bombardamenti hanno investito alcune case e un centro commerciale nel quartiere di Podil, nel quale è scoppiato un vasto incendio che ha reso necessario l’intervento di 11 squadre dei vigili del fuoco: il bilancio delle vittime è di almeno sei morti.

Perdita di ammoniaca da un impianto chimico di Sumy

Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell’Ucraina, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità hanno lanciato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni.

Missili russi contro un campo d’addestramento militare a Rivne

Stanotte la Russia ha lanciato anche due missili contro un campo d’addestramento militare a Rivne, nell’Ucraina occidentale. Lo ha affermato il capo dell’amministrazione regionale Vitaliy Koval.

A Mariupol “La resa non è un’opzione”

Kiev ha intanto respinto ieri sera la richiesta di Mosca di consegnare la città di Mariupol. “La resa non è un’opzione”, ha dichiarato la vicepremier Iryna Vereshchuk aggiungendo che l’Ucraina “chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro” per l’evacuazione dei civili. In una lettera, il ministero della Difesa russo sosteneva però che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.

Nuovo round di negoziati

Per oggi è attesa la ripresa dei colloqui tra Kiev e Mosca in formato online. Al contempo, continua a muoversi la diplomazia internazionale. La Svizzera sarebbe pronta a ospitare negoziati tra Russia e Ucraina, o comunque a fare da mediatore. “Le armi tacciano presto”, ha detto il presidente svizzero Ignazio Cassis atteso oggi al confine tra Polonia e Ucraina.

E in Polonia si recherà questo venerdì Joe Biden: a Varsavia il presidente americano incontrerà il suo omologo polacco Andrzej Duda, ha annunciato la Casa Bianca. Per oggi pomeriggio è prevista intanto una telefonata tra il leader Usa Biden, il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere – dice l’amministrazione Biden – “di una risposta coordinata all’attacco immotivato della Russia all’Ucraina”. Johnson ha intanto detto di aver parlato ieri con Zelensky e di voler “promuovere gli interessi” di Kiev a vertici di Nato e G7 di questa settimana.

Le sanzioni

Sul fronte delle sanzioni, da Washington arriva la minaccia di estendere le misure alle “vette più alte” dell’economia russa. Il vice consigliere per la Sicurezza nazionale americano Daleep Singh ha spiegato che le sanzioni potrebbero essere ampliate ancora di più e applicate ad altri obiettivi tra cui più banche e “altri settori” che non sono stati ancora toccati. “Non voglio specificarli, ma penso che Putin saprebbe cosa sono”, ha detto Singh.

E anche la Polonia intende confiscare proprietà e beni russi, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki, che oggi ha in programma un incontro con l’opposizione nel quale discutere di come “congelare e confiscare le proprietà russe” in territorio polacco. “Da un lato ci sono restrizioni costituzionali per tali azioni, legate al diritto di proprietà; dall’altro sempre più polacchi non riescono a capire perché non possiamo farlo nel nostro Paese, come gli italiani che invece hanno confiscato gli yacht degli oligarchi russi”, ha detto Morawiecki.

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