L’emicrania è la forma di mal di testa più comune, si presenta con un dolore acuto o pulsante. Ma chi è che ne soffre di più?
Un dolore acuto o pulsante che solitamente ha inizio nella parte anteriore o sul lato della testa. Sono questi i sintomi con cui si presenta l’emicrania, la forma più comune del mal di testa. L’attacco può salire di intensità, estendersi alla regione frontale, coinvolgendo la fronte e le tempie. Può durare poche ore o persino giorni, con sintomi variabili da soggetto a soggetto, che possono essere in molti casi insopportabili: dolore pulsante, nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai suoni. Sono stati presentati i primi dati del Registro Italiano dell’Emicrania I-GRAINE, un progetto promosso dall’Irccs San Raffaele. Uno studio unico al mondo, come sottolineano gli esperti, e al quale partecipano 38 centri.
I dati sono stati presentati in Senato e, in questa occasione, è stata scattata la fotografia dell’identikit del paziente con emicrania. Ma prima di vedere di chi si tratta, vediamo alcuni numeri. Dai dati preliminari, dei primi 13 centri e circa 300 pazienti, emerge che solo il 38,1% aveva già consultato un centro cefalee e 1 paziente su 9 (11,2%) ha avuto in media quasi 2 accessi (1,7) al Pronto Soccorso nell’anno. Le visite specialistiche, che hanno riguardato il 66,7% dei pazienti negli ultimi 3 anni, sono state nella stragrande maggioranza (70% dei casi) per scelta autonoma e in quasi 7 casi su 10 (64,9%) lo specialista consultato non è corretto. Per il 52% sono a carico dell’Ssn. Negli ultimi 3 anni, il 77.4% dei pazienti ha infine eseguito almeno 1 accertamento diagnostico strumentale (nella maggior parte ripetizione di TC o RM encefalo). Nel 25% dei casi sono inopportuni perché non diagnostici e nell’81,7% dei casi sono a carico dell’ Ssn.
L’identikit di chi soffre di emicrania
Ma qual è l’identikit del paziente che soffre di emicrania? Secondo gli esperti, si tratta di una donna, in media di 45 anni, con un livello di scolarità superiore, sposata, con almeno un figlio, lavoratrice. Non pratica sport, ha disturbi del sonno e spesso presenta altre malattie concomitanti.
“I dati sino ad ora raccolti dallo studio cominciato nel secondo semestre del 2021 – rileva il professor Piero Barbanti, responsabile scientifico Centro Cefalee e Dolore Neuropatico del San Raffaele – confermano le enormi lacune nella diagnosi e terapia e l’imponente spreco di risorse ma identificano anche strategie di azione per rendere curabile e sostenibile questa malattia neurologica. La riduzione degli sprechi di denaro per esami inutili, può consentire di allocare risorse per i modernissimi farmaci per l’emicrania”.