Con l’infanzia che muore nei viaggi della speranza finisce l’età dell'”innocenza” dell’Occidente. I corpicini lividi per il freddo killer o affogati nel mare in burrasca sono i crocifissi sul Golgota del terzo millennio globalizzato. C’è un’infanzia che soffre in modo terrificante nel Mediterraneo o nelle foreste ghiacciate tra Polonia e Bielorussia. Sono i bambini in fuga da guerre, persecuzioni, miseria atroce. Feriscono le coscienze le immagini dei piccoli atterriti e in lacrime. Aggrappati agli scogli dopo un naufragio. Oppure a piedi nudi sulla neve. Traumi e lacerazioni che recheranno con loro nell’età adulta. Mentre l’Occidente alza muri di indifferenza. Invece di costruire ponti di civiltà.
Infanzia violata
“Tutti i paesi europei hanno firmato la convenzione per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Di fronte ai bambini al gelo al confine tra la Polonia e la Bielorussia non possono solo indignarsi. Devono applicare ciò che hanno ratificato. l’Ue ha lasciato morire bambini e bambine in mare. E ora lascia morire bambini e bambine di freddo. Non si può più dire ‘basta’. Adesso ci aspettiamo un gesto concreto», afferma il portavoce di Unicef Andrea Iacomini. E ribadisce di non poterne più di sentire “le parole di indignazione delle istituzioni del mondo che quando accadono tragedie riempiono i mass media di frasi circostanza”. E ricorda la vicenda di Aylan, il cui corpicino riverso sulla sabbia divenne un simbolo del dramma dei migranti. Anche in quel caso tanta indignazione. Ma nulla di concreto.
Come Aylan
“Noi non abbiamo più il diritto di dire ‘basta’. Lo devono dire i genitori, i nonni di quei bambini che sono sul confine. Noi europei la parola ‘basta’ non possiamo permetterci di dirla. Perché non abbiamo fatto nulla per fare in modo che queste cose non accadessero più. Aylan vi sta guardando. Dovete rispondere al padre di Aylan!”, prosegue Iacomini. E’ scritto nero su bianco. Nella carta in cui tutti gli Stati europei e del mondo “si impegnavano a non torcere un capello a nessun bambino o bambina”. Un “impegno disatteso”. Lasciando che “venissero trucidati i bambini in Siria, Yemen. Facendoli morire in mare e di freddo. Tutto ciò è inaccettabile».
L’ascolto dei bambini
In occasione del 75° anniversario, l’Unicef ha lanciato ieri un’iniziativa. Dedicata all’ascolto dei desideri e dei bisogni dei bambini. Chiedendo alle scuole di prendere parte alla proposta “Esprimi un desiderio per il compleanno dell’Unicef”. Hanno partecipato all’iniziativa oltre 980 classi di tutta Italia. E sono stati raccolti i desideri di circa 20 mila bambini e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 19 anni. La categoria più votata è stata quella del “Cambiamento climatico” (40%). Seguita dalle altre tematiche. “Vaccini” (29%). “Non discriminazione” (17%). “Educazione” (10%). E “Salute mentale” (4%). Ieri una delegazione di studenti e studentesse, come testimone di una corsa a staffetta, ha consegnato la raccolta dei più rilevanti desideri a Ilaria Fontana. Sottosegretaria di Stato al ministero della Transizione ecologica. L’obiettivo è che i desideri siano raccolti. E presi in carico dagli adulti.
La staffetta dei desideri
“La staffetta dei desideri. Ti consegno un desiderio, portalo al traguardo. I diritti dei bambini, l’impegno degli adulti” è l’evento organizzato ieri a Roma da Unicef Italia. E dal corpo nazionale dei vigili del fuoco. Nella giornata in cui si è celebrato il 75° anniversario della nascita del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. “Abbiamo fortemente voluto celebrare questa importante ricorrenza insieme ai vigili del fuoco. Nostri storici ambasciatori di buona volontà. Simbolo di protezione e sicurezza del nostro paese”, sottolinea Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia.