Pastorale indigena. La Chiesa a difesa dell’identità etnica in Paraguay

L'impegno dei vescovi per il rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali firmati dal Paraguay

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Con la pastorale indigena la Chiesa salvaguarda l’identità etnica in Paraguay. Il coordinamento nazionale della pastorale indigena fa parte della Conferenza episcopale del Paraguay. In un messaggio all’opinione pubblica i vescovi sottolineano la situazione dei popoli indigeni nel Paese. “La Costituzione nazionale, al capitolo quinto, riconosce l’esistenza dei popoli indigeni come gruppi di culture. Anteriori alla formazione e all’organizzazione dello stato paraguaiano. E garantisce il diritto a preservare e a sviluppare la loro identità etnica” .

Lettera al Paraguay

Il pronunciamento segue la “Lettera aperta”. Indirizzata ai poteri dello Stato dal Consiglio permanente della conferenza episcopale. In cui i presuli chiedono, tra l’altro, “il rispetto dei diritti dei popoli indigeni e delle leggi che li regolano”. Il comunicato della Pastorale Indigena cita anche la convenzione sui popoli indigeni e tribali nei Paesi indipendenti. Prevede che ai popoli interessati sia riconosciuto “il diritto di proprietà e di possesso delle terre che tradizionalmente occupano”. A riferirlo è l’agenzia missionaria vaticana Fides. Paraguay

Sussistenza

L’episcopato del Paraguay chiede le misure necessarie a salvaguardare tale diritto. E, allo stesso modo, ad assicurare il diritto dei popoli indigeni a utilizzare le terre che non sono occupate esclusivamente da loro. Ma alle quali “hanno sempre avuto accesso“. Per le loro attività tradizionali e di sussistenza. Purtroppo queste leggi non sono state rispettate- avverte la pastorale indigena-. E ciò si riflette nei recenti sfratti delle comunità indigene. In questo contesto, esigiamo lo stretto rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali. Firmati e ratificati dalla Repubblica del Paraguay”.