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Svolta nella guerra alla Camorra: si pente il figlio di “Sandokan”, boss dei Casalesi

Walter Schiavone, figlio secondogenito del boss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone detto "Sandokan", ha iniziato a collaborare con la giustizia.

Walter Schiavone, figlio secondogenito del boss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone detto “Sandokan“, ha iniziato a collaborare con la giustizia. L’uomo avrebbe reso già due interrogatori alla Dda di Napoli. La circostanza è emersa durante l’udienza preliminare dell’indagine anticamorra sul controllo da parte del clan del business di prodotti caseari, come la mozzarella di bufala. Un’inchiesta per la quale Walter Schiavone è stato arrestato a giugno.

Il rampollo del boss, già prima di iniziare a collaborare, era entrato nel programma di protezione per via del pentimento del fratello Nicola, primogenito di Sandokan, cambiando avvocato. Secondo la Dda di Napoli, dopo l’arresto di Nicola nel 2010, il clan sarebbe stato gestito proprio da Walter. In alcuni processi precedenti alla collaborazione, il secondogenito del superboss aveva già ammesso di aver fatto parte del clan, negli anni 2013 e 2014.

Decine le operazioni svolte dalle forze dell’ordine negli anni contro il clan. L’ultima, solo lo scorso ottobre, quando vennero arrestate dalla Guardia di Finanza ben 66 persone per un vasto giro di riciclaggio di denaro in favore dei Casalesi.

Il clan dei Casalesi, tra i più potenti al mondo

Il Clan dei Casalesi è uno dei più potenti clan camorristici e una delle più potenti organizzazioni criminali di sempre. Originario di San Cipriano d’Aversa, fu formato nella seconda metà del XX secolo. Si connota come un cartello criminale avente i tratti tipici “paragonabili” a Cosa Nostra siciliana.

Oltre che nella provincia di Caserta, il clan risulta attivo anche in altre regioni italiane quali Veneto ed Emilia-Romagna, in particolare nelle province di Modena e Reggio Emilia e – più recentemente – in Toscana, sia nell’edilizia sia con investimenti nel settore immobiliare.

All’estero, il clan è attivo in altri paesi europei, come in Spagna, dove gestisce un canale di distribuzione della cocaina proveniente dal Sud America. E in Svizzera e Romania dove gestiscono la prostituzione, il traffico di droga, l’edilizia, centri benessere ed il riciclaggio di denaro, investendolo in attività legali.

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