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Maltempo: le alluvioni in Sri Lanka e India causano decine di morti

Almeno nove persone sono morte e altre due sono ritenute disperse nello Sri Lanka e in parti dell’India meridionale a causa delle alluvioni provocate dalle forti piogge che si abbattono sulla regione da oltre una settimana.

Quasi la metà dei 25 distretti dello Sri Lanka è stata colpita dal maltempo, che finora ha interessato soprattutto la zona degli Altopiani Centrali nota per la sua produzione di tè. Un funzionario dell’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri, Pradeep Kodippili, ha detto che nel Paese si contano “cinque morti e due dispersi”. Altre quattro persone hanno perso la vita in “incidenti legati alle piogge” nello Stato indiano di Tamil Nadu, ha reso noto ieri il ministro locale per la gestione dei disastri, K.K.S.S.R. Ramachandran.

Le vittime in India e Nepal del mese di ottobre

Sono state 150 le persone morte dopo che le forti piogge avevano provocato il mese scorso inondazioni improvvise in due stati indiani – Uttarakahand e Kerala – e in parti del Nepal. Lo riporta la Bbc. In Uttarakhand, il più colpito, si sono registrate almeno 54 vittime e decine di dispersi. Altre 40 persone hanno perso la vita nel Kerala e 77 in Nepal. Migliaia gli sfollati che sono stati messi in salvo, oltre 1.600 le case distrutte o danneggiate. Secondo il servizio meteorologico indiano la pioggia dovrebbe scemare nei prossimi giorni.

Modi: “Emissioni 0 non prima del 2070”

Le precipitazioni in India nel mese di ottobre 2021 sono state superiori del 41% alla media dello stesso periodo, secondo i dati diffusi ieri dall’IMD, l’Indian Meteorological Departement (IMD).

Ciò nonostante, il premier Narendra Modi, intervenendo alla Cop26 di Glasgow ha gelato il mondo asserendo che “l’India raggiungerà il traguardo delle 0 emissioni non prima del 2070”.

Il terzo maggior inquinante del pianeta, dopo Cina e Usa, apre a mosse green annunciando che il 50% del suo fabbisogno energetico sarà coperto da rinnovabili e che ridurrà i combustibili fossili, ma deve fare i conti con un’economia basata sul carbone, le coltivazioni intensive e il trasporto su strada.

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