E’ un “trend in vistosa crescita” quello dei disturbi psichici in pandemia. In Italia ne soffre un minore su 5. Disturbi del linguaggio. Dell’apprendimento. Dello spettro autistico. Disabilità intellettiva. Epilessia. Problemi neurologici. Malattie rare e dello sviluppo. Disturbi psichiatrici. Depressione. Conseguenti atti autolesivi. Tentati suicidi. I disturbi neuropsichici dell’età evolutiva interessano in Italia 2 milioni di bambini e ragazzi. Tra il 10% e il 20% della popolazione fra 0 e 17 anni.
Disturbi in crescita
Numeri allarmanti e in crescita. Con un andamento che l’emergenza Covid-19 ha peggiorato ulteriormente. Tracciano questo scenario gli esperti della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia). Gli specialisti sono riuniti in congresso, in modalità online, fino a domani. “In meno di 10 anni è raddoppiato il numero degli utenti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia)- sottolineano-. Con una prevalenza di accesso 4 volte superiore a quella dei servizi di salute mentale per adulti. E 8 volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche. Un trend in vistoso aumento”.
Fattori
Per spiegare questa escalation la Sinpia chiama in causa più fattori. La maggiore consapevolezza della popolazione. Il cambiamento dei criteri diagnostici. L’introduzione di strategie di screening e di individuazione precoce. L’aumentata sopravvivenza di soggetti con gravi disabilità. La presenza di modificazioni ambientali rilevanti e molto rapide che impattano sullo sviluppo. E sul livello atteso di funzionamento. Ma anche, ora, le conseguenze della pandemia e delle restrizioni. E i conseguenti ritardi di accesso ai servizi. Soprattutto nelle fasce più vulnerabili. E’ di pochi giorni fa l’allarme Unicef-Oms. Tra gli adolescenti i problemi di salute mentale sono peggiorati in pandemia. A livello mondiale. Antonella Costantino, presidente Sinpia, evidenzia il “mancato contributo alle economie a causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani”. Una stima di quasi 390 miliardi di dollari all’anno. Nonostante ciò, osserva la professoressa Costantino, “i governi continuano a investire troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali“.
Criticità
Inoltre “permangono criticità sistemiche e culturali”. Che ostacolano una diagnosi precoce. E un intervento tempestivo. Secondo i neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, la prima barriera è lo stigma. Considerando che “i pazienti e le loro famiglie sono tutt’oggi oggetto di pregiudizi marcati. E questo, avverte la Sinpia, interferisce con la diagnosi e la terapia. Con l’inclusione sociale. E soprattutto con la programmazione sanitaria. Ci sono stati cambiamenti molto rilevanti nella sensibilità della popolazione. Ma la tendenza a negare l’esistenza dei disturbi neuropsichici è ancora molto rilevante. E impatta sulle politiche nazionali e internazionali”. “Rimangono criticità molto rilevanti. Nelle risposte ai bisogni di salute dei bambini e ragazzi con disturbi neuropsichici dell’età evolutiva. E alle loro famiglie- ammonisce la presidente Costantino-. Con una grande discrepanza. Tra il giusto investimento di risorse sulla salute fisica dei bambini e lo scarso investimento su quella neuropsichica. Un divario reso ancora più drammatico dagli effetti della pandemia“.
Salute mentale
Ecco perché è “sempre più strategico” un adeguato investimento. Nell’ambito della promozione della salute mentale. E della prevenzione. Con un intervento nei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva. Una diagnosi precoce. E un altrettanto tempestivo intervento. In sinergia tra territorio e ospedale. Ciò può cambiare in molti casi la storia naturale dei disturbi neuropsichici. E prevenire le numerose sequele. Evitando un “decorso ingravescente e invalidante”. Diminuendo in modo rilevante i costi emotivi. Sociali. Ed economici. Sull’individuo. Sulla famiglia. E sulla società. Alla 4 giorni congressuale partecipano oltre 500 neuropsichiatri infantili. In programma 3 sedute plenarie. 5 sessioni parallele. E 4 seminari. Più di 80 i relatori e moderatori che affrontano le più recenti evoluzioni delle conoscenze. Su malattie molto diverse tra loro. Per tipologia. Decorso. Prognosi. Per la maggior parte determinate da un complesso intreccio tra predisposizione genetica. Vulnerabilità neurobiologica. E variabili ambientali e sociali.
Terapie per i disturbi
Tra i contributi quelli della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. E della ministra per le Disabilità, Erika Stefani. I temi al centro del summit scientifico sono l’effetto Covid e le sfide assistenziali future. Rese fondamentali dalla crisi pandemica. Inoltre la medicina di precisione. Con i più recenti trattamenti personalizzati. Applicati in particolare all’epilessia. Ai disturbi del movimento. E alle malattie muscolari. Contro cui esistono avanzatissime terapie geniche. Unitamente a un approccio riabilitativo personalizzato. Tutto ciò si sta dimostrando utile a modificare in modo significativo la storia naturale di varie malattie. Considerate in passato incurabili. Come la distrofia muscolare di Duchenne. E l’atrofia muscolare spinale.