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Qualità degli ecosistemi e salute. Il “turismo circolare” richiede sostenibilità

Per rendere sostenibile la terza attività socioeconomica più importante in Europa necessario è disegnare "nuovi modelli"

All’università il turismo diventa circolare. Ecco il progetto europeo “Incircle” per la sostenibilità. La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa mette così a disposizione delle imprese strumenti per supportare la gestione. In vista di una pianificazione strategica che tuteli la qualità degli ecosistemi. E la salute umana. Dal 9 al 18 novembre saranno presentate, dunque, queste opportunità. Per la crescita dei territori e del settore.turismo

Turismo sostenibile

“Il settore turistico non è soltanto un’attività economica”, osserva Natalia Marzia  Gusmerotti. Ricercatrice dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna Aggiunge la coordinatrice del progetto: “Il comparto è un insieme di cultura. Natura. Patrimonio storico. Ciò rende ogni destinazione diversa dalle altre. E per questo unica in termini di offerta. Distintività. Riconoscibilità. Potenziale competitivo. Il turismo rappresenta allo stesso tempo una fondamentale leva di sviluppo. E una fonte di pressione sulle risorse naturali“. Prosegue la professoressa Gusemerotti: “Il turismo è la terza attività socioeconomica più importante in Europa. Per questo motivo è necessario disegnare nuovi modelli sostenibili. Capaci di generare benessere, contribuendo alla qualità degli ecosistemi e alla salute umana, tanto a livello locale che a livello globale”. turismo

Sostenibilità

I “tools” di misurazione della circolarità sono applicabili a un duplice livello. Cioè per la singola impresa. E per la destinazione turistica. Consentendo anche di stabilire nuovi obiettivi e priorità. Oltre a restituire una fotografia puntuale della situazione attuale. In aggiunta sono messe a disposizione anche specifiche raccolte di dati. Che riportano casi reali di “best practices”. Adottate in ogni parte del mondo. E capaci di ispirare nuove progettualità. Gli strumenti daranno illustrati durante la “Incircle School”. E sono stati sviluppati secondo i principi di base dell’economia circolare. E cioè pensiero sistemico. Ottimizzazione. Efficienza. Collaborazione. Trasparenza. Responsabilità. Inclusività. E sposano l’idea di una crescita sostenibile, anche nel turismo. Ciò può avvenire soltanto in un equilibrio tra i sistemi naturale, sociali ed economici. Proprio con questo spirito nasce il progetto europeo Incircle. Cofinanziato dal programma di cooperazione territoriale Interreg MED 2014-2020. Con il coinvolgimento di numerosi territori del Mediterraneo. In Italia. Spagna. Grecia. Albania. Croazia.turismo

Criteri 

I territori e i partecipanti alla Incircle School sono stati selezionati sulla base di criteri geografici demografici, come ad esempio la bassa densità di popolazione residente su un territorio o il verificarsi di forti fluttuazioni stagionali nei pernottamenti, oltre che sulla loro azione verso la promozione del turismo sostenibile. Nei prossimi mesi gli attori del turismo europeo saranno sostenuti nello sviluppo di strategie di circolarità. Per incrementare la qualità della loro offerta turistica. Ma anche la loro capacità di collaborare internamente con i loro “portatori di interessi”. Tanto più importante visto l’impatto subito dal settore a seguito della pandemia da Covid-19. Al termine delle giornate di formazione verrà redatto il “Book of ideas”. Una raccolta di spunti ed insegnamenti individuati dai partecipanti su come fronteggiare le possibili sfide. E le opportunità del percorso verso un turismo più circolare.covid

Opportunità 

“La ‘Incircle School’ riunisce allo stesso tavolo i diversi protagonisti del turismo. Autorità. Agenzie governative. Associazioni. Reti locali. E agenzie di sviluppo territoriale di ben sei Paesi europei”, spiega Serena Carlesi. Ricercatrice dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna. La docente coinvolta nella gestione e nella realizzazione del progetto aggiunge: “A tutti loro è richiesta una partecipazione attiva. Funzionale per garantire un processo collaborativo. E la condivisione delle conoscenze”.

 

 

 

  

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