La voce degli ultimi

mercoledì 18 Dicembre 2024
10.3 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

mercoledì 18 Dicembre 2024

Lo sguardo di Dio

Alcuni libri della Sacra Scrittura parlano dello sguardo di Dio, dei suoi occhi rivolti al mondo, agli uomini, al loro cuore, alle sue opere. Dio vede tutto – i bisogni, i torti, le ingiustizie ma anche il bene… San Benedetto tracciando il percorso dei dodici gradi dell’umiltà inizia e finisce col ricordare che la nostra vita si svolge “davanti agli occhi di Dio”, sotto la sua presenza vigilante. Questo non significa che sia l’occhio di un “Big Brother”. Piuttosto ci riferiamo ad un senso di protezione e sicurezza, alla garanzia che non periremo. Solo chi fa male vorrebbe rimanere nascosto da questo sguardo perché ha paura.

Diversi sono i riferimenti che troviamo nel Vangelo riguardo allo sguardo di Gesù: alza gli occhi al cielo, guarda attorno la folla, guarda i campi, gli alberi – ma anzitutto guarda gli uomini. Il suo sguardo penetra le persone fino nel profondo del cuore. Inizia un processo irreversibile, che introduce sulla strada della propria vocazione.

La pericope di oggi ci permette di scoprire un nuovo aspetto dello sguardo di Gesù. Uno sguardo fisso, che accompagna l’amore. Uno sguardo sorprendente, suscitato dall’attegiamento particolare di uno che ha incontrato Gesù. Era solo uno da tanti. Ma il suo comportamento – le sue parole e gesti toccano e commuovono Gesù. Bastavano le parole – accresciute da un gesto forte come quello di inginocchiarsi davanti a Gesù? Forse Gesù ha anche guardato il cuore di questo uomo – apostrofato dall’Evangelista Marco come “un tale”. Si, prima gli risponde, dialogano. E lo guarda solo dopo le risposte. Prima non lo vedeva? Non poteva? Non voleva? Ma se lo guarda, lo fa in un modo così eccezionale da non poter sfuggire neanche a San Marco, solitamente molto conciso e concreto. Lo sguardo dato con amore, però – sembrava non sufficiente. Viene accompagnato dalle parole – come in altri casi di chiamata. Sono parole concrete ma anche promettenti, suonano quasi come un premio per le dichiarazioni appena fatte.

E qui arriva una grande sorpresa. La reazione dell’interlocutore di Gesù non corrisponde all’altezza dell’invito di Gesù. Lo sguardo di Gesù questa volta non è stato efficace? Come mai Gesù non poteva riconoscere i pensieri più profondi che occupavano il suo cuore? Come mai ha fatto questa bella proposta a qualcuno che l’ha di fatto rifiutata?

È un segreto – un mistero del cuore umano, che in ogni momento può cambiare e rinnegare le cose buone, rifiutare anche Dio e il suo sguardo di amore. Che forza del cuore umano – e che vulnerabilità dello sguardo di Dio! Che cosa avrà sentito Gesù dopo una simile risposta? Si sarà rattristato? Sentito disprezzato, rifiutato?

Interessante che San Marco scriva di nuovo sullo sguardo di Gesù! E stupefacente questa sua sensibilità verso gli occhi di Gesù in questo racconto. Gesù smette di guardare colui che lo ha appena respinto. Ma smette di amarlo? Non lo sappiamo. Dal testo di San Marco sembra, che il suo sguardo si ritiri – come nelle situazioni in cui, pieni di fiducia portiamo a qualcuno il nostro cuore, vogliamo condividere con lui le nostre cose più belle e veniamo respinti. È un dolore. Una delusione. Forse anche una ferita. Il tentativo di apertura viene respinto. Almeno per il momento rimane un ritorno alla propria chiusura.

Gesù in questa descrizione sembra un po‘ combattuto. Ritira il suo sguardo ma cercando di spostarlo altrove. Lo volge attorno – sulle persone che lo accompagnavano? Forse sugli alberi che erano vicini? Forse le colline che si delineavano non troppo lontano o forse al cielo? Lo sguardo di Dio rifiutato: gira attorno, cerca dove può trovare qualche risposta al suo amore, dove può essere accolto. Quante volte noi ci sentiamo cacciati via dagli altri? Quanto spesso il nostro sguardo viene respinto, non può trovare riposo?!

Sono i momenti decisivi che travolgono il cuore. Anche Gesù dopo questa esperienza dice parole che deconcentrano e stupiscono i discepoli. A volte, con lo sguardo ferito, non si riescono a trovare più le parole – scorrono solo le lacrime, come nell’ultima serata della vita terrena di Gesù, dopo lo scambio di sguardi con Pietro che ha appena rinnegato il suo Maestro.

Se anche i nostri sguardi girano attorno, non trovando accoglienza da parte di nessuno – non siamo da soli. Cerchiamo lo sguardo di Gesù, diamogli l’accoglienza nel nostro cuore. Ritrovando e accogliendo il suo sguardo non potremo mai essere feriti da nessuno. Come scrisse maestro Eckhart: “L’occhio con cui io vedo Dio è lo stesso occhio con cui Dio vede me”.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario