La presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan ha portato ad un notevole incremento del flusso migratorio verso i paesi europei tanto che, secondo gli ultimi dati diffusi, con l’arrivo delle forze islamiste a Kabul, 30 mila cittadini afghani al giorno hanno lasciato il paese in cerca di protezione umanitaria. A tal proposito, in Europa, non è ancora stata delineata una strategia comune per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi afghani.
I dati del report Oxfam
Rispetto a questo ed in particolare la condizione dei migranti afghani nel campo di Mavrovouni sull’isola di Lesbo in Grecia, Oxfam e Greek refugees council, hanno pubblicato oggi un nuovo rapporto dove si esemplificano criticità campo denominato Moria 2.0. In particolare, in questo luogo questo luogo il 63% delle persone dislocate proviene dall’Afghanistan, la restante parte dalla Siria e dal Pakistan e, nonostante l’incendio avvenuto un anno fa in quella che dovrebbe essere una struttura di accoglienza temporanea, le condizioni di vita risultano tuttora essere molto difficili a causa della mancanza di edifici pensati per la lunga permanenza. Ad oggi, nel sopramenzionato campo, risultano essere presenti oltre 3500 persone delle quali il 32% sono bambini ed oltre il 50% degli stessi ha un’età inferiore ai dodici anni.
Le criticità emerse
Nella presentazione di questo rapporto in particolare è stato esemplificato che nulla è cambiato nell’impostazione dell’Unione Europea e dei leader dei paesi europei in materia di accoglienza e nessun passo concreto è stato fatto per garantire diritti e dignità. A latere il Tribunale Europeo per i Diritti Umani, in merito alla situazione dei migranti a Lesbo, ha dichiarato che le autorità greche non sono state capaci di garantire un luogo di accoglienza secondo gli standard europei previsti in materia.