In realtà non si sono mai fermati. Semmai hanno solo rallentato l’attività. Perché il presidente del Consiglio, Mario Draghi, lo aveva promesso: poche ferie e tanto lavoro. E così stato. A dettare l’agenda della ripresa, se così la si può definire, l’incontro con il leader della Lega, Matteo Salvini. Secondo i critici il leader leghista sarebbe stato chiamato a Palazzo Chigi mentre stava partecipando ad una iniziativa elettorale a Roma a sostegno del candidato di centrodestra Enrico Michetti. Per i cronisti di palazzo, invece, sarebbe tutto nell’ordinario. “Nel corso del colloquio sono stati affrontati i temi legati alla ripresa dell’attività di governo”, ha fatto sapere Palazzo Chigi, al termine dell’incontro. La spigolatura sarebbe stata dettata dal fatto che Salvini, nei giorni scorsi, aveva fortemente attaccato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, sulla questione degli sbarchi e sul rave party andato in scena al Lago di Mezzano, in provincia di Viterbo. Ma sul tavolo c’è anche il caso legato al sottosegretario, Claudio Durigon che, nei giorni scorsi, aveva proposto di intitolare un parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, il fratello del duce. Molti esponenti di Pd e M5S hanno già chiesto le dimissioni di Durigon. “Ho stima di Claudio, ci vedremo presto per parlare di pensioni, di Latina e di tutto il resto”, spiega Salvini.
“Ho sentito Draghi, ma abbiamo parlato di Afghanistan, salute e lavoro. Non credo abbia come priorità i parchi di Latina. Con lui non abbiamo mai parlato di Durigon”, aveva detto Salvini nel corso di una visita al quartiere Casale Casaletto a Roma. “Con Durigon stiamo lavorando alla nuova riforma delle pensioni”, aggiunge Salvini, “una cosa che interessa milioni di persone. La storia ha già condannato fascismo e comunismo, quasi tutti gli estremismi tranne quello islamico”. Non a caso il presidente del Consiglio, ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. L’incontro è avvenuto dopo il faccia a faccia tra Draghi e Salvini.
Durigon a parte, il presidente del Consiglio oggi (martedì 24 agosto), sarà ad Amatrice per partecipare alle celebrazioni in occasione dell’anniversario del sisma del 2016. Una tappa significativa, per il governo, in vista degli appuntamenti autunnali. Ma il vero nodo da sciogliere in questo momento è lo scenario internazionale. In vista della riunione straordinaria del G7 di oggi, in una riunione a Palazzo Chigi tra il premier, i ministri degli Esteri e della Difesa, Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, il sottosegretario con delega alla Sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, e il direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni, è stata delineata la posizione dell’Italia.
Tra i nodi affrontati dal Copasir, in primo luogo, la corsa contro il tempo per completare, in sicurezza, il piano di evacuazione dei nostri collaboratori e dei loro familiari. Un’attività che dovrà concludersi entro il 31 agosto, ma sulla quale l’intelligence sta gioco forza svolgendo un’attività di monitoraggio: una sorta di “screening”, in coordinamento con i colleghi statunitensi e britannici, al fine di scongiurare il rischio che tra di profughi che in questi giorni stanno sbarcando a migliaia a Fiumicino, grazie al ponte aereo approntato dalla Difesa, si possano nascondere potenziali terroristi, potenziali minacce per la sicurezza interna. Sul punto, il numero uno dell’Aise, che in Afghanistan ha lavorato in passato da “operativo” e quindi conosce bene il territorio e le sue dinamiche, ha esaminato le conseguenze della nascita dell’Emirato islamico anche in riferimento alle attività delle organizzazioni terroristiche che hanno consolidate basi operative in Afghanistan. Il timore degli 007 è che il Paese possa tornare in breve tempo ad essere un laboratorio dell’estremismo jihadista.
Sul fronte economico, sul quale da settembre in poi il governo dovrà dare il meglio di sé, c’è da sciogliere il nodo delle delocalizzazioni, per le quali si cerca una soluzione che possa essere il più condivisa possibile. E non è detto che possa passare per la “bozza” di provvedimento già predisposta. Dopo le bordate sparate dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che dal Meeting di Cl ha accusato il ministro Orlando ed il sottosegretario Todde di nutrire un intento “punitivo” nei confronti delle imprese, sempre dal palco della kermesse riminese il commissario europeo Paolo Gentiloni dice no agli attacchi al governo. Insomma per Draghi e suoi ministri si prospettano settimane di duro lavoro, considerando come il fronte vaccinazioni e green pass non sia affatto chiuso.
Sul green pass in azienda “credo che debba essere trovata una mediazione tra governo, Confindustria e sindacati, quella è la sede ed è giusto che venga portata avanti lì”, afferma il viceministro dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, “per quanto mi riguarda ogni soluzione, conformemente con quello che dice la comunità scientifica, utile per combattere il Covid mi vede favorevole”. Ovviamente anche Camera e Senato vorranno dire la loro sul tema, avendo rivendicato un ruolo attivo in questa partita. Insomma, l’estate della politica è già finita.