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Tunisia: il leader di Ennhadha ricoverato all’ospedale militare

Rached Ghannouchi, presidente del parlamento e leader storico del partito islamico Ennhadha, è il principale danneggiato dalle decisioni del presidente Saied di sospendere il Parlamento

Rached Ghannouchi, presidente del parlamento tunisino nonché leader del partito islamico Ennhadha – il maggior partito della Tunisia – è stato ricoverato nella notte all’ospedale militare della capitale a causa del deterioramento delle sue condizioni di salute. Lo riportano diversi media locali sottolineando che Ghannouchi era già stato in clinica per qualche ora il 31 luglio scorso, in seguito ad un lieve malore.

Il leader di Ennhadha vaccinato con Sinovac

Il presidente del parlamento, vaccinato con dosi di Sinovac (il vaccino Made in China) era stato ricoverato all’ospedale militare il 13 luglio dopo essere risultato positivo al Coronavirus ed era stato dimesso il 21 luglio.

Superati i 20.000 morti da inizio epidemia in Tunisia

Dall’inizio dell’epidemia sono stati 595.532 i casi di Covid registrati in Tunisia, e 20.067 i decessi su 11 milioni e mezzo di abitanti. “La situazione epidemiologica relativa al Covid in Tunisia è ancora critica”, ha dichiarato Amanallah Messaadi, membro del Comitato scientifico per la lotta al coronavirus aggiungendo che “non si può parlare di alcun miglioramento nonostante il calo registrato nel numero di casi positivi”. La scorsa settimana è stata segnalata una media nazionale di 800 infezioni per 100.000 abitanti, ha dichiarato Amanallah all’agenzia Tap. L’impatto delle riunioni di famiglia per la festa di Eid al-Adha sarà visibile a partire dalla prossima settimana, cioè entro due settimane, ha precisato.

Secondo i dati resi noti dal ministero della Salute di Tunisi, relativi al 31 luglio scorso, sono state 209 le morti notificate in tale data (di cui 56 nelle ultime 24 ore), e 2652 i nuovi casi registrati su 10.900 test effettuati, con un tasso di positività del 24,32%.

Intanto la comunità internazionale si è mossa a sostegno della Tunisia nella sua lotta al Covid. L’Italia risulta in prima fila tra i Paesi donatori, e dopo cinque container di materiale sanitario e diverse donazioni di ossigeno già inviati a Tunisi, ieri ha fatto pervenire alla Tunisia un milione e mezzo di dosi di vaccino a Tunisi “come sostegno concreto ed immediato al popolo tunisino nel contrasto al covid-19”.

Parlamento sospeso per 30 giorni: “Troppa corruzione”

Ghannouchi, in qualità di presidente del parlamento, e di leader storico del partito islamico Ennhadha, prima forza in Assemblea, è il principale danneggiato dalle decisioni di una settimana fa del presidente tunisino Kais Saied che ha sospeso per 30 giorni le attività del parlamento, revocando l’immunità ai deputati, licenziato il premier Hichem Mechichi e sosoeso diversi ministri. “Troppa corruzione“, aveva motivato la drastica decisione Saied.

Saied: “Colpiremo chi vuol ripetere lo scenario del 2011”

Il presidente della Tunisia Kais Saied, che una settimana fa ha sospeso per 30 giorni i lavori del Parlamento ed estromesso il premier, ha dichiarato che “esistono ancora tentativi di danneggiare il Paese e sfruttare la povertà e la miseria ai danni dei cittadini”.

Secondo Saied, ci sarebbero “manovre di alcune parti”, che il presidente non ha nominato, per fare in modo che si ripeta lo scenario dei flussi migratori verso l’Italia e l’Europa dopo la cacciata di Ben Ali nel 2011, finalizzate, a suo dire, a minare i rapporti con l’Italia e l’Europa. “Contro costoro verranno prese immediatamente le misure necessarie“, ha ammonito Saied.

Il riferimento è a un’intervista rilasciata proprio dal leader di Ennahdha, Ghannouchi, al “Corriere della Sera“, nella quale ha paventato un ritorno al caos e al terrorismo, con un aumento dei tentativi di emigrazione illegale, se il presidente Saied riconsidera le sue decisioni. La Tunisia e l’Unione Europea, in particolare l’Italia, sono sulla stessa barca e tutti ne risentiranno, ha affermato Ghannouchi, se la democrazia non verrà ripristinata al più presto in Tunisia. Oltre 500.000 giovani tunisini cercherebbero di lasciare il Paese in un breve periodo di tempo, ha affermato.

Saied ha detto ieri, parlando al nuovo titolare del ministro dell’Interno, Ridha Gharsallaoui che “queste pratiche mirano a minare lo Stato e a mettere a repentaglio il nuovo processo in corso, piuttosto che trovare soluzioni alla povertà”. “Lo Stato non è un bottino, ma appartiene a tutti i tunisini”, ha inoltre affermato il presidente. “Li ho avvertiti ripetutamente ma invano, oggi bisogna prendere provvedimenti contro di loro”, ha aggiunto Saied, come riporta l’agenzia tunisina Tap. Detto, fatto.

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