Migliaia di rifugiati eritrei sono attualmente intrappolati in due campi di rifugiati nella regione etiope del Tigray, mentre i combattimenti tra gruppi armati si intensificano all’interno e nei dintorni. È l’allarme lanciato dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, e ripreso dal Sir.
Migliaia di rifugiati eritrei sono intrappolati in due campi nel Tigray mentre gli scontri si intensificano.
Chiediamo alle parti in conflitto di garantire l'accesso agli operatori umanitari che tentano di fornire assistenza salvavita ai rifugiati. https://t.co/h8dyAcPifY
— UNHCR Italia (@UNHCRItalia) July 27, 2021
Il rapporto Unhcr nel Tigray
Si stima che circa 24.000 rifugiati eritrei nei campi di Mai Aini e Adi Harush nella zona di Mai Tsebri nel Tigray stiano subendo intimidazioni e violenze e vivano in uno stato di terrore costante, senza poter accedere ad alcuna assistenza umanitaria.
“Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto segnalazioni inquietanti e credibili dal campo di Mai Aini secondo le quali almeno un rifugiato è stato ucciso da gruppi armati che operano all’interno del campo. Quest’ultimo decesso si aggiunge all’uccisione di un altro rifugiato il 14 luglio”, informa l’Unhcr, facendo appello a tutte le parti in conflitto “a rispettare i loro obblighi di diritto internazionale, compreso il rispetto del carattere civile dei campi di rifugiati, e il diritto dei rifugiati e di tutti i civili ad essere protetti dalle ostilità”.
Lo staff Unhcr ha perso ogni accesso ai campi di rifugiati nelle ultime due settimane: “I rifugiati intrappolati hanno urgente bisogno di assistenza salvavita. L’acqua potabile sta finendo, non sono disponibili servizi sanitari e la fame è una minaccia reale. L’ultima distribuzione di cibo ad entrambi i campi risale a fine giugno, quando sono state fornite razioni per un mese”.
Gli scontri armati recenti hanno anche costretto alla fuga migliaia di persone nella regione di Afar che confina a est con il Tigray e dove sono ospitati altri 55.000 rifugiati eritrei. Ci sono segnalazioni di scontri armati vicino alle località in cui vivono. Nel frattempo, la principale strada di rifornimento umanitario tra Semera nell’Afar e Mekelle nel Tigray è bloccata dal 18 luglio. Le forniture dell’Unhcr, come quelle di altre agenzie, sono bloccate a Semera. L’agenzia Onu sollecita perciò tutte le parti in conflitto “a garantire immediato accesso umanitario e sicurezza agli operatori umanitari che tentano di fornire assistenza salvavita”.