L’associazione onlus Il Mondo che Vorrei prende vita nel 2010 con l’obiettivo di raccogliere fondi per far fronte alle necessità dei bambini ospitati nell’orfanotrofio denominato Hogar De Ninos Inmaculado Corazon De Maria ubicato nella Repubblica di El Salvador, un paese dell’America Centrale popolato da sette milioni di abitanti dei quali due milioni vivono sotto la soglia di povertà. Tanto premesso, il sopracitato orfanotrofio, è gestito da un gruppo di Suore Carmelitane ed ospita in pianta stabile tra gli 80 i 120 bambini, mentre invece altri 200 giungono ogni giorno nella struttura per lo studio e il pasto a causa delle difficoltà in cui versano le loro famiglie.
Questa struttura non riceve alcun aiuto pubblico da parte del governo di El Salvador e porta avanti la propria azione esclusivamente grazie ad aiuti privati. In seconda istanza, la presente associazione contribuisce ad aiutare la Casa di Huyacan, ubicata in Perù e gestita dalle Suore Carmelitane consorelle delle religiose che in El Salvador portano avanti l’orfanotrofio. In particolare, in questa casa, vengono organizzati corsi per bambini e ragazzi ed al mattino viene ospitato un asilo per i bambini dai tre ai cinque anni, mentre nel pomeriggio vengono organizzati corsi doposcuola per gli adolescenti concernenti le diverse discipline. In ultima istanza, negli ultimi anni, l’associazione ha operato in maniera proficua in diverse raccolte fondi quali ad esempio mercatini, lotterie e cene aventi finalità solidali con l’obiettivo di finanziare azioni sul territorio della provincia di Sondrio. In Terris ha avuto l’onore di intervistare Pamela Fibioli, presidente dell’associazione il mondo che vorrei, sposata e madre di tre fantastici figli, tra cui vi è Rayan, affetto da una grave paralisi celebrale. L’amore infinito di questa famiglia, unito ad un fulgido spirito altruistico e ad una mirabile fede, ha fatto sì che, nonostante le difficoltà correlate alla quotidianità, grazie ad azioni profondamente empatiche, si siano potute aiutare persone in difficoltà dall’altra parte del mondo.
Ci racconti la Sua storia.
“Sono Pamela, sono felicemente sposata con un uomo fantastico e sono mamma di tre bambini stupendi: Asia quasi dodicenne, Sara ha 9 anni e Rayan 5 anni e mezzo. Egli ha una grave disabilità purtroppo, le difficoltà sono tante e i primi anni sono stati davvero difficili in quanto, dopo la sua nascita, abbiamo passato 5 mesi in terapia intensiva a Lecco dove la nostra vita è cambiata totalmente perché sono uscita di casa una domenica per avere il mio terzo bimbo e non avremo mai pensato di rientrare a casa dopo 5 mesi con una vita così cambiata. Mio marito è stato la mia forza in tanti momenti e sono convinta che la nostra fede ci ha aiutato a superare i momenti più difficili. La nostra vita, prima di quel 31 gennaio, era una vita come molte altre, felice e contenta. Dopo la nascita di Rayan vi è stato un tornado di tante emozioni e tante difficoltà, ma l’amore nella nostra famiglia è infinito e ci ha sempre aiutato”.
Il Mondo che Vorrei è nata con l’obiettivo di supportare un orfanotrofio delle Suore Carmelitane a El Salvador, come sì è avvicinata a quest’area del mondo?
“Nel 2008, un anno dopo il mio matrimonio, vi è stata la mia partenza per la Repubblica del Salvador ed il mio arrivo in questo orfanotrofio portato avanti dalle suore carmelitane, questa esperienza mi ha fatto comprendere i valori più autentici e profondi della vita. Questo momento della vita mi ha profondamente cambiato, in quanto ero partita alla ricerca di me stessa perché avevo tutto dalla vita ma nel frattempo sentivo che dentro di me mancava qualcosa. Ho pensato che quello fosse il momento più adatto in quanto ero senza lavoro e non avevo ancora figli, quindi mi sono detta: o adesso o mai più. Devo dire grazie a mio marito perché mi ha lasciato partire, non ha fatto obiezioni ed ha capito la mia esigenza. Giunta nell’orfanotrofio di El Salvador ho trovato una situazione difficile ma, la cosa che mi ha colpito è stato vedere come, nonostante le difficoltà, i bambini fossero molto bene accuditi dalle suore carmelitane e nel contempo, come avessero bisogno dell’amore di una famiglia e di ricevere una carezza. Chiaramente con 100 bambini, solo 12 suore e qualche operatore non era semplice riuscire a dare a tutti l’affetto di cui avevano bisogno. L’affetto che questi bambini cercavano anche nei miei confronti mi ha fatto aprire gli occhi su quanto io avessi, quanto fosse bella la vita e soprattutto su quello che io potevo fare per loro. A tal proposito sono rimaste in contatto con la madre superiora dell’orfanotrofio ed ho deciso di fondare l’associazione Il Mondo che Vorrei con l’obiettivo di dare una mano e fare qualcosa per questi bambini come loro l’hanno fatto per me. questa esperienza mi ha dato un’energia ed un amore per la vita che prima non avevo e mi ha aiutato, dopo la nascita di mio figlio, ad affrontare tutto quello che sarebbe avvenuto da lì in poi”.
Che messaggio vorrebbe lanciare alle giovani generazioni per quanto concerne la disabilità e la vicinanza alle persone più sfortunate?
“Una delle cose più belle gratificanti che possiamo fare è aiutare il prossimo e non pensare solamente al nostro orticello, tutti possiamo fare la differenza. Solo noi possiamo scegliere come vivere questa vita, se piangendoci addosso per le nostre sfortune oppure sorridendo dei guai e andando avanti alla ricerca del nostro sole affinché ci dia energia. Dentro ognuno di noi si nasconde una forza inimmaginabile, la si scopre nelle difficoltà che la vita ci riserva ma, per saperla usare, bisogna prima trovare la nostra serenità, il nostro sole appunto. Senza il mio viaggio in El Salvador e senza la mia fede ritrovata questa forza non l’avrei mai avuta”.