Domani il Papa riunisce i leader cristiani del Libano. Per una giornata di preghiera e dialogo in Vaticano. L’obiettivo è “camminare insieme”, spiega il cardinale Leonardo Sandri. Prefetto della congregazione per le Chiese orientali. Nella Sala Clementina i partecipanti condivideranno tre sessioni di confronto. Non un elenco di lamenti e critiche. Rivolte all’immobilismo e alle colpe della classe politica del Libano. Ma l’occasione per guardare ai “segni dei tempi”. Che punteggiano, evidenzia Fides, l’attuale fase.
Convivenza in Libano
Si parte dalla convivenza tra le 18 denominazioni religiose che compongono il mosaico libanese. Senza i conflitti settari che hanno dilaniato nell’ultimo decennio la vicina Siria. E altri Paesi mediorientali come l’Iraq. Il “miracolo” del Libano resiste alle pressioni di fronti esterni. In lotta per il potere.
Cammini di fraternità
Gli spunti di ispirazioni per il Libano vanno ricercati nei cammini di fraternità suggeriti anche da Papa Francesco. Con il documento di Abu Dhabi. Il viaggio in Iraq. L’incontro con l’Ayatollah Ali al Sistani. L’enciclica Fratelli Tutti. Superando le narrazioni obsolete, manipolatorie e fuorvianti. Che “soprattutto in Occidente”, secondo Fides, continuano a distorcere la realtà. Rappresentando il paese dei cedri come una sorta di “roccaforte cristiana”. Assediata dall’ostilità islamica. All’incontro in Vaticano sarà presente domani anche l’arcivescovo Joseph Spiteri. Nunzio apostolico in Libano. Non ci sarà, invece, un rappresentante del patriarcato di Cilicia degli armeni cattolici. I vescovi di quella Chiesa patriarcale, infatti, partecipano in Libano al Sinodo per l’elezione del nuovo patriarca.