Il barcone dei naufraghi diventa monumento. “Nei paesi di partenza. In quelli di transito. E in quelli di destinazione. La Chiesa ha un ruolo importante. Educare le coscienze al rispetto della dignità umana. Combattere la paura dello straniero. Promuovere l’accoglienza dell’altro. Secondo il Vangelo“, spiega padre Bruno Ciceri, missionario scalabriniano.
Barcone diventa memoriale
Padre Ciceri dirige l’organizzazione “Stella maris“. Ex Apostolato del mare. Il relitto del naufragio del 18 aprile 2015 è diventato ieri il “Giardino della memoria”. La cerimonia si è svolta ad Augusta. “Migliaia di persone fuggono da guerre. Violenza. persecuzioni. Povertà. Perché cercano un futuro migliore. E inseguono un sogno che spesso si trasforma in incubo. Durante quei viaggi che finiscono in tragedia nel Mediterraneo. La nostra risposta può essere una sola. Quella della responsabilità e della solidarietà”, spiega il sacerdote scalabriniano. A divenire monumento è il barcone affondato. Che causò la morte di oltre mille migranti. Nel 2016 è stato recuperato dal mare dal governo italiano. Per compiere il possibile riconoscimento dei cadaveri rimasti intrappolati al suo interno.
Alla Biennale
Il barcone stato esposto alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2019, per una funzione artistica. Ora il relitto diventa un monumento. E assume il ruolo principale di pungolo delle coscienze. Di simbolo di tutte le tragedie. Conosciute e non. Che hanno riguardato uomini. Donne. E bambini. Costretti ad abbandonare le proprie terre. Per cercare una vita migliore. La cerimonia di ieri ha avuto un carattere interreligioso. Ripercorrendo la storia del relitto. E anche il significato dell’accoglienza.
I quattro verbi di Francesco
La cerimonia è stata inserita all’interno dei festeggiamenti della Madonna della Stella Maris. Con la celebrazione dell’Eucarestia. A conclusione della cerimonia è stata svelata una grande croce. Posta vicino al barcone-memoriale. “Le migrazioni sono un fenomeno complesso che caratterizza i nostri tempi. Per cui non esistono facili ricette– osserva a Fides padre Ciceri-. Il mondo è globalizzato. E le popolazioni più povere vedono e sognano lo stile di vita dell’occidente agiato. Oggi fenomeni come una siccità o una dittatura in nazioni lontane si ripercuotono sull’Europa. E hanno un impatto sui flussi migratori. I governi europei e tutti noi cittadini siamo responsabili di quanto accade nel mare Mediterraneo. E siamo chiamati a fare tutto il possibile evitare tragedie. E per salvare vite umane. Secondo i quattro verbi che ha suggerito Papa Francesco. Accogliere. Proteggere. Promuovere. Integrare”.