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Israele, Bennett annuncia il governo di unità nazionale: ira di Netanyahu

Il leader di Yamina annuncia l'intesa con Yair Lapid: "Faremo uscire Israele dalla voragine". Il premier duro: "La truffa del secolo"

“Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dalla voragine”. Parole di cemento quelle che arrivano dal leader di Yamina, Naftali Bennett, che dà fondamentalmente due notizie: la creazione di un nuovo esecutivo a doppia forza motrice con Yesh Atid e, soprattutto, l’esclusione Yamntotale dell’attuale premier, Benyamin Netanyahu. “Con Lapid ci sono diversità ma siano intenzionati a trovare l’unità – ha detto il leader dello schieramento che riunisce le destre -. Lapid è molto maturato”. Una ragione sufficiente, secondo il leader de La Casa ebraica, per oltrepassare le divergenze ataviche e formare una coalizione in grado di voltare pagina dopo 12 anni di premiership a marca Netanyahu.

Netanyahu tuona: “Impossibile fare il premier con 6 seggi”

Una notizia arrivata come una doccia gelata per il leader del Likud, che tenta di smontare le argomentazioni del rivale: “Bennett vi imbroglia, questa è la truffa del secolo”. Le mezze parole non le usa nemmeno lui: “Aveva detto in campagna elettorale che non avrebbe appoggiato Lapid, di essere un uomo di destra, attaccato ai suoi valori. Naftali, i tuoi valori hanno il peso di una piuma”. In sostanza, l’accusa del premier è riferita alle “molte giravolte” fatte da Bennett, in ultimo la soluzione di trovare un’intesa con Yair Lapid e il suo partito. E Netanyahu tira in ballo i numeri: “L’unica cosa che gli interessa è fare il premier. E’ scandaloso che con 6 seggi si possa fare il premier. Gli israeliani che mi hanno scelto con 2 milioni e mezzo di voti volevano me come premier”.

Israele, nuovo caos politico

Parole che, per il momento, non scalfiscono il leader di destra. Anzi: “Intendo agire con tutte le mie forze per formare un governo unitario con Lapid. Quattro tornate elettorali hanno indebolito Israele. Si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. Stiamo smontando l’edificio dello Stato e rischia di crollare tutto”. L’attacco è abbastanza mirato: le quattro chiamate alle urne hanno sortito l’effetto di destabilizzare politicamente il Paese, di fatto guidato in pandemia da un governo di emergenza. “Chi dice che c’è un governo di destra a portata di mano, si sbaglia. Non c’è. Non esiste un governo di destra di Netanyahu. Chi lo dice mente. Anche stamane c’è stato un altro tentativo (il riferimento è a un appello del premier, ndr). Io sarei stato possibilista ma non c’era la maggioranza. Netanyahu intende trascinare tutto il campo nazionalista verso la propria Masada personale”. E chiude con una promessa che suona fin troppo forte: “Non faremo ritiri e non consegneremo territori”.

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